23 Ottobre 2017

Il Cammino di Celestino V

di Redazione Cralt Magazine
Trekking tra gli eremi della Majella che Celestino V riportò a nuova vita

Difficilmente vedremo sorgere questi eremi in luoghi banali, ma sempre in corrispondenza di ambienti naturali davvero grandiosi, violenti nel loro manifestarsi agli occhi dell'uomo come qualcosa di completamente antitetico al paesaggio dell'abitudine, della quotidianità.

Così saranno spesso, come vedremo, i boschi impenetrabili e oscuri, i corsi d'acqua vergine, i valloni incassati e le rocce ad offrire all'uomo la possibilità di sviluppare maggiormente il proprio senso religioso.La sacralità che da sempre aleggia sulla Majella attirò, attorno all´anno Mille, schiere di religiosi che stabilendosi nel profondo dei suoi valloni costruirono, adattando le cavità naturali, numerose chiese rupestri.

Nel 1200, dopo quasi due secoli di decadenza, Pietro da Morrone, il futuro Celestino V,  riportò a nuova vita i numerosi eremi ormai diruti ed è grazie alla sua opera che oggi possiamo ammirare queste splendide ed ascetiche costruzioni. Il perdono fu la chiave che all’epoca ricondusse alla pace, alla fine delle crociate ed alla chiusura di quell’era buia e sterile chiamata Medio Evo, gettando le basi per la creazione della nostra moderna società e dei valori che oggi accomunano i popoli di tutto il mondo, anche quelli apparentemente in contrasto.