09 Marzo 2016

Turismo e disabilità: tutti in vacanza?

di Redazione Cralt Magazine
Grazie all'evoluzione del settore turistico, alcune disabilità non precludono più a priori il diritto, ma soprattutto il piacere di viaggiare

Il variegato comparto turistico ha saputo evolversi in maniera tale da offrire valide soluzioni di viaggio a tutti coloro i quali desiderano fare una vacanza. Una condizione di handicap, quindi, non rappresenta più un limite per il godimento di un periodo di relax: turismo e disabilità non sono più concetti antitetici, ma due facce di una medesima medaglia.

Le strutture ricettive si sono adeguate alle necessità di questa categoria di viaggiatori e i fornitori di servizi turistici hanno adottato le misure adatte per permetterne il godimento, anche alle persone diversamente abili.

Ovviamente il cambiamento, l'evoluzione, non è stata semplice ed inizialmente forse, non tutti ne coglievano la necessità, anche sociale. Il processo è stato quindi, piuttosto lento, rivoluzionare il concetto di vacanza per adattarlo alle particolari esigenze di questi "nuovi viaggiatori" il cui numero si è fatto sempre più consistente, ha rappresentato una vera sfida per l'intero settore turistico.

Oggi, le più grandi catene alberghiere mondiali propongono pacchetti vacanza con attività studiate appositamente per persone con inabilità, siano queste di tipo fisico o sensoriale. Sono state, inoltre, create anche delle esperienze crocieristiche per chi necessita di un costante controllo medico o di particolari terapie che non possono essere sospese nemmeno per un breve periodo di vacanza.

Non sono da meno i Villaggi turistici e in alcuni casi troviamo anche piccoli B&B, pronti e attrezzati ad accogliere chi ha meno facilità di movimento.

Come detto, tutto questo era impensabile fino a pochi anni fa, ma grazie a importanti interventi, soprattutto carico delle strutture ricettive, è stato possibile rivoluzionare la concezione di vacanza per disabili abbattendo molte barriere permettendo così, uno svolgimento normale del viaggio solo con qualche accorgimento in più.

Il primo criterio da rispettare perché una struttura possa essere considerata adatta a viaggiatori invalidi, è l'accessibilità. Gli odierni complessi turistici devono essere accessibili, ovvero, permettere a tutti il raggiungimento, l'ingresso e la fruizione degli ambienti comuni. Devono quindi essere eliminate tutte le barriere architettoniche o, in alternativa, realizzati dei percorsi ad hoc, oppure, devono essere installati dei dispositivi che permettano il passaggio dei clienti che presentino delle problematiche particolari: rampe, ascensori, montascale e percorsi per non vedenti, sono alla base di una struttura a norma di legge.

Ovviamente non sempre è possibile rispondere a tutte le tipologie di handicap. Per tale motivo, quando si parla di accessibilità, ci si riferisce anche alla facilità di reperimento di informazioni dettagliate sulle caratteristiche della struttura, ossia quali dotazioni sono fornite e a quali esigenze si riesce a rispondere. Non si chiede ai complessi turistici di essere fruibile a qualsiasi tipo di invalidità, ma di indicare con esattezza per quali è attrezzata, in modo tale che il viaggiatore possa effettuare una prenotazione consapevole.

Ad oggi molti passi in avanti sono stato fatti, anche nel nostro Paese, ma tanto c'è ancora da fare. Il turismo non deve e non può allontanare i disabili, tutt'altro, deve offrire a sempre più persone, la possibilità di godere dell'esperienza, dell'emozione e del piacere di viaggiare.

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