29 Ottobre 2025

Santa Maria in Domnica alla Navicella: la gemma nascosta sul Celio

di Redazione Cralt Magazine
Un angolo di Roma tra storia e simbolo

Nel cuore silenzioso del colle Celio, lontano dai flussi più rumorosi del turismo, sorge una delle chiese più affascinanti e meno conosciute di Roma: Santa Maria in Domnica alla Navicella. Un luogo che racchiude fede, arte e mistero, testimone di epoche diverse che ancora oggi convivono in perfetto equilibrio.

Il nome è un piccolo enigma: “Domnica” potrebbe derivare dai praedia dominica, terreni appartenenti all’imperatore, oppure dalla matrona romana Ciriaca, benefattrice della comunità cristiana. L’aggiunta “alla Navicella” invece si riferisce alla piccola barca in marmo che campeggia davanti alla chiesa, simbolo di speranza e di viaggio spirituale.

Le origini: da oratorio paleocristiano a basilica papale

Le prime testimonianze del luogo risalgono ai secoli iniziali del cristianesimo, quando probabilmente esisteva un modesto oratorio costruito accanto alle caserme dei Vigili del Fuoco imperiali. Fu papa Pasquale I, all’inizio del IX secolo, a trasformare quel piccolo edificio in una vera basilica, dando alla chiesa la struttura che conosciamo oggi: tre navate scandite da colonne antiche e un’abside rivestita da un meraviglioso mosaico.
Nel Cinquecento, il cardinale Giovanni de’ Medici, futuro papa Leone X, commissionò un intervento di restauro e abbellimento che donò all’edificio il portico rinascimentale e il soffitto ligneo intagliato che oggi ammiriamo.

Il fascino dei mosaici e della “Navicella”

Entrando nella basilica, lo sguardo viene subito catturato dal mosaico absidale: la Vergine in trono, circondata dagli angeli e da papa Pasquale I inginocchiato, è un capolavoro dell’arte carolingia a Roma. L’oro dello sfondo e l’equilibrio delle figure creano un’atmosfera di serenità quasi sospesa.
Il soffitto a cassettoni, realizzato nel XVI secolo, riprende i motivi mariani e introduce decorazioni di gusto fiorentino, testimoniando l’impronta medicea sul Celio.
All’esterno, davanti alla chiesa, si trova la celebre Navicella: una piccola imbarcazione in marmo che funge da fontana. Si pensa che sia la copia di un antico ex voto romano, reinterpretato in chiave cristiana come simbolo della Chiesa che naviga sicura tra le tempeste del mondo.

Un luogo di quiete e di scoperta

Visitare Santa Maria in Domnica significa regalarsi una pausa di bellezza e raccoglimento. Qui non ci sono folle né rumori, ma solo il passo lento dei visitatori e il profumo del tempo che scorre tra le pietre.
Dal sagrato si apre un suggestivo panorama sui pini del Celio e sulle cupole romane: un piccolo spazio sospeso dove il passato dialoga ancora con il presente.
Chi ama l’arte antica, i mosaici bizantini o i luoghi di Roma meno battuti troverà qui una tappa preziosa e indimenticabile.

Un piccolo segreto nel cuore di Roma

Tra le molte meraviglie di Roma, Santa Maria in Domnica alla Navicella è un tesoro discreto, un luogo in cui arte e spiritualità si intrecciano. Scoprirla significa guardare la città eterna con occhi nuovi: quelli di chi sa che, dietro ogni angolo, c’è sempre una storia pronta a essere raccontata.


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Foto: Di NikonZ7II - Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=117233080 

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