23 Gennaio 2021

Musei, l’M9 rinasce e diventa un grande 'laboratorio del contemporaneo'

di Redazione Cralt Magazine
Un’offerta che punterà sulla mostra permanente, sempre più orientata verso la fruizione dei giovani

Un museo nato il primo dicembre del 2018 che vuole trasformarsi in un grande laboratorio del contemporaneo in grado di aprirsi sempre di più verso il territorio, verso i giovani e i bambini senza dimenticare le fasce più fragili. Un luogo sostenibile che ambisce ad essere “una casa aperta per tutti” in cui sperimentare il futuro attraverso il presente.

E’ il volto nuovo dell’M9, il Museo del Novecento di Mestre, il primo in Italia dedicato alla storia materiale del nostro Novecento, che si rilancia con una programmazione ricca e variegata ideata per i prossimi anni.

Un’offerta che punterà sulla mostra permanente, sempre più orientata verso la fruizione dei giovani, e su alcune esposizioni ‘satellite’ tra cui una monografica dedicata agli architetti berlinesi Matthias Sauerbruch e Louisa Hutton che hanno progettato il museo stesso.

M9 non è solo un museo di storia del Novecento – ha spiegato Luca Molinari, direttore scientifico della struttura dall’ottobre scorso – ma è anche un laboratorio del contemporaneo. Questo per me è centrale. Abbiamo bisogno di immergere il museo nell’attualità: ovvero usare la storia del passato prossimo per raccogliere le sfide di un tempo che sta vivendo una trasformazione potente e drammatica”.

In questa chiave il museo viene immaginato come “una casa aperta per tutti” cioè come un luogo “dove sperimentare il futuro nel presente”. Questa impostazione si traduce nel fatto che la mostra permanente dedicata alla storia del Novecento, cuore del museo, ”verrà attraversata da un’attenzione molto forte in termini di potenziamento per coinvolgere i bambini e le persone con fragilità. Quello che vogliamo fare nei prossimi anni è generare un museo a misura di bambini e fragilità”, ha scandito Molinari.

In questa prospettiva nascerà una nuova esperienza, ‘M9 Edu’, che proporrà “contenuti specifici per le scuole, con una serie di laboratori centrati sulla formazione della cittadinanza attiva, sulla storia del Novecento ma anche sull’agenda 2030 dell’Onu sull’ambiente. Ci saranno inoltre laboratori per gli over 65".

Il museo, che sta lavorando sulla riorganizzazione del sito, darà vita a eventi, incontri, letture per le famiglie e per il territorio. Sul fronte invece delle esposizioni, saranno allestite “due grandi mostre al terzo piano e due piccole mostre satellite nei piani intermedi con argomenti diversi che invaderanno anche la mostra permanente”, ha evidenziato Molinari.

Nel dettaglio “il prossimo anno al terzo piano avremo una grande mostra che doveva essere realizzata per i 30 anni dello studio Sauerbruch e Hutton. Sarà una mostra di modelli, dedicata al tema del colore, emozionale, pensata per il grande pubblico e non per gli addetti ai lavori” , ha raccontato Molinari.

Le altre due esposizioni del prossimo anno saranno “fatte da aprile fino all’estate, la prima, e dall’estate a Natale, la seconda. Nella mostra di aprile racconteremo la storia di trenta alberi monumentali italiani”.

In altre parole, sarà rappresentata “la storia d’Italia attraverso quella di trenta grandi alberi, alcuni dei quali saranno dentro la mostra. L'esposizione dell’autunno si chiamerà ‘Difenditi’ e sarà curata dal designer Giulio Iacchetti e si concentrerà sul tema delle fragilità e delle difese. Esporremo una serie di manufatti della vita quotidiana che ci aiutano a riflettere sulla corsa costante a difenderci”.

Per il futuro, ha anticipato Molinari, sono allo studio “tre mostre in tre anni, una vera e propria trilogia a partire da tre luoghi comuni della cultura italiana: il cibo, la musica e lo sport. Tre elementi per descrivere chi siamo oggi e come saremo domani.

Nell’altra trilogia, più territoriale, interrogheremo il Nord Est: la prima sarà sul disegno industriale in Veneto e Friuli dal 1945 a oggi. Affronteremo poi una riflessione sul paesaggio veneto contemporaneo”.

Il museo di Mestre, inoltre, sarà anche un luogo sostenibile raggiungendo “l’impatto zero”, come ha sottolineato Fabrizio Renzi consigliere delegato di M9D ricordando che il museo è quello “più ricco d’Italia da un punto di vista tecnologico”. Sarà dunque avviata “una trasformazione energetica. Vogliamo rendere M9 il primo museo a impatto zero in Italia”.

Il secondo obiettivo sarà quello di “rifare il sistema delle biglietterie” mentre il terzo progetto "è quello di rifare la struttura dei servizi museali”. Le ultime due innovazioni riguarderanno, infine, “il rifacimento della struttura tecnologica e la politica degli audiovisivi a supporto di un nuovo modo di fare didattica”, ha concluso Renzi.