Il Museo nazionale di Matera proporrà, nella sede di Palazzo Lanfranchi fino al 10 gennaio 2024, la grande mostra “Futurismo italiano. Il contributo del Mezzogiorno agli sviluppi del movimento”, a cura di Massimo Duranti. Nell’esposizione materana sarà presente, tra le altre diverse opere, un fondamentale nucleo di manifesti futuristi concessi dal Museo Nazionale Collezione Salce di Treviso
Il Museo trevigiano, facente capo alla Direzione Regionale veneta, proporrà a sua volta una grande mostra specificamente riservata al tema del manifesto futurista, con il titolo “Futurismo di carta”. L’esposizione trevigiana, a cura di Elisabetta Pasqualin con la collaborazione di Sabina Collodel, si svilupperà nella sede del San Gaetano del Salce in due successivi momenti con altrettante mostre. La prima, con la declinazione “Forme dell’avanguardia”, sarà al San Gaetano fino al 25 febbraio 2024. A seguire, dal primo marzo al 30 giugno 2024, la seconda parte, contrassegnata dal sottotitolo “Immaginare l’universo con l’arte della pubblicità”
«Con Futurismo Italiano. Il contributo del Mezzogiorno agli sviluppi del Movimento – sottolinea la direttrice Annamaria Mauro – si vuole rileggere e valorizzare il ruolo che ha avuto il Mezzogiorno d’Italia nella diffusione ed elaborazione del Futurismo italiano specialmente a partire dai primi anni Venti. Una rilettura che vuole riprendere il discorso dell’Italia, dalla Campania e dall’Abruzzo in giù e fino alle isole maggiori, come il più grande “luogo del Futurismo”. Uno spazio animato non solo dai futuristi nati e vissuti nel Mezzogiorno, ma anche da tutti i futuristi italiani che negli eventi e manifestazioni svoltesi in quel grande “luogo” parteciparono attivamente da protagonisti, comprimari e attori. La mostra a Matera propone dunque una rilettura del ruolo e degli svolgimenti futuristi dal 1914 al 1944 nel Sud d'Italia attraverso le principali esposizioni storiche tenute dai futuristi al Sud. Il Sud come "luogo del Futurismo" privilegiato e fondante soprattutto degli sviluppi degli anni Venti – Quaranta»
La mostra, curata da Massimo Duranti con la collaborazione di Andrea Baffoni e Antonella Pesola, Annamaria Mauro, Daniele Ferrara, Chiara Matteazzi, Alessandro Demma che costituiscono il Comitato scientifico dell’evento, è promossa dal Museo nazionale di Matera e dalla Direzione regionale Musei del Veneto
A Treviso, al Salce l’attenzione sarà concentrata sulla declinazione grafica dell’arte futurista «perché, sebbene le opere su tela e di scultura siano ben note e di facile riconoscimento, i manifesti pubblicitari rimangono tutt’oggi un settore di nicchia e sviluppano un loro linguaggio specifico pur nella loro ampia diffusione», sottolinea il Direttore Daniele Ferrara, che ricorda come «Fortunato Depero nel manifesto “Il futurismo e l’arte pubblicitaria”, del 1931, abbia preconizzato: “l’arte dell’avvenire sarà potentemente pubblicitaria”. “Futurismo di carta” conferma la profezia. In mostra manifesti di Sironi, Dudovich, lo stesso Depero, Seneca, Nizzoli, Boccasile, Nicolai Diulgheroff, Xanti Schawinsky, Giulio Cisari, Lucio Venna, Umberto di Lazzaro, Luigi Martinati, tra i tanti. Autentici capolavori del Futurismo, a documentare – in due tappe – l’evoluzione che trasforma il “vortice” in “turbine” nell’Italia tra le due guerre».
Questi progetti confermano che un nuovo revival del Futurismo è in corso, dopo quello degli anni intorno al centenario del 2009. In questi mesi sono state e sono molte le mostre, in Italia e all'estero, sul Movimento Marinettiano: tra le più recenti, a Padova, “Futurismo 1910-1915. La nascita dell’avanguardia”; in Olanda “Marinetti en het futurisme” al Rijksmuseum twenthe, Enschede; “Futurism & Europe. The aestetics of a new world”, Kroller museum, Otterlo; “Dall’alto. Aeropittura futurista” al Labirinto della Masone a Fontanellato di Parma e altre ne sono annunciate in Italia e all'estero.
Il nuovo revival dimostra, comunque, che tuttora questa avanguardia artistica non solo genera attenzione ma anche che molta dell'arte attuale è debitrice proprio del Futurismo e dei suoi assunti.
Foto tratta da: Home - Museo nazionale di Matera