Continua la nostra disamina del mondo al femminile ed oggi abbiamo voluto esaminare la situazione in due Paesi che possono essere ritenuti casi limite ma anche molto significativi del panorama mondiale: Iran e Aghaniastan. Raccogliendo così anche l'invito delle organizzazioni sindacali che in occasione dell'appena trascorso 8 marzo con Donne in Prima Fila hanno proprio voluto fare arrivare a tutti la drammaticità della condizione della donna nei vari posti del mondo.
La condizione della donna in Iran e Afghanistan è stata oggetto di molte discussioni e critiche da parte della comunità internazionale. In entrambi i paesi, le donne sono state oggetto di discriminazione e soppressione in diversi aspetti della loro vita, tra cui l'educazione, l'occupazione, la libertà di movimento e l'accesso alle cure sanitarie.
In Afghanistan, dopo decenni di conflitto armato e instabilità politica, la situazione delle donne è stata ulteriormente complicata dal regime dei talebani, che ha governato il paese dal 1996 al 2001 e ha imposto una versione estremista dell'Islam che ha limitato drasticamente i diritti delle donne. Durante il loro governo, le donne sono state costrette a indossare il burqa e sono state impedite di lavorare, di studiare e di partecipare attivamente alla vita pubblica del paese.
Nonostante i miglioramenti registrati dopo la caduta del regime talebano, le donne in Afghanistan continuano ad affrontare gravi sfide, tra cui violenze sessuali, matrimoni forzati e mutilazioni genitali femminili accentuati ora con il ritorno al passato dopo che le potenze mondiali hanno lasciato il Paese a se stesso dopo anni di promesse vane.
In Iran, la situazione delle donne è stata altrettanto difficile, anche se le restrizioni imposte dal governo non sono state così estreme come in Afghanistan. Dopo la rivoluzione islamica del 1979, l'Iran ha adottato una serie di leggi che hanno limitato i diritti delle donne, tra cui il divieto di indossare abiti occidentali, l'obbligo di coprire i capelli in pubblico e l'impossibilità di ottenere un divorzio senza il consenso del marito.
Nonostante queste restrizioni, le donne in Iran hanno continuato a lottare per i loro diritti e, negli ultimi anni, hanno compiuto notevoli progressi in campo politico, sociale ed economico. Gli ultimi mesi sono stati segnati da una recrudescenza dopo la morte di Mahsa Amini, giovane donna imprigionata ed uccisa per il solo fatto di non aver portato correttamente il prescritto velo pesante che si va facendo sem. Una situazione moltopre più pesante e che la solidarietà internazionale non ha cambiato di un millimetro, però, purtroppo finora.