08 Dicembre 2021

La Chiesa degli artisti e la moderna Pieta' di Jago

di Redazione Cralt Magazine
Un’ occasione per conoscere non solo i tesori della Chiesa, ma uno degli artisti più interessanti del momento

Spesso quando pensiamo all'arte la nostra immaginazione va a quella classica ma in realtà commettiamo un torto macroscopico verso l'arte moderna che troppo spesso tacciamo d'incomprensibilità a fronte di linguaggi a volta molto ricercati e molto difficili.

L'arte è bella proprio per questo, perché inserisce nel linguaggio nuovi codici e molto spesso precorre sviluppi che la società avrà solo in seguito. Anche Michelangelo e Leonardo non furono apprezzati a dovere nella loro epoca. Sono sempre i posteri a determinare l'artista nella sua interezza.

Un'attività che ci porta ad osservare uno degli artisti più discussi del nostro tempo è non solo bene accetta ma anche molto interessante da vivere. Jago ripropone con lenti nuove opere d'arte del passato rielaborandole a modo suo e sicuramente dando loro una vita nuova. 

Nella Basilica di Santa Maria in Montesanto, una delle chiese gemelle di Piazza del Popolo, sarà esposta fino al prossimo febbraio la “Pietà di Jago” ormai noto scultore italiano. Un’ occasione per conoscere non solo i tesori della Chiesa, ma uno degli artisti più interessanti del momento che ci offre un dialogo tra l’arte contemporanea e la spiritualità. 

Biografia di Jago

Jago, pseudonimo di Jacopo Cardillo (Frosinone, 18 aprile 1987), è un artista e scultore italiano.
Dopo aver conseguito il diploma di Liceo Artistico, si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Frosinone, che abbandona prima di terminare gli studi.
A 24 anni viene selezionato da Vittorio Sgarbi per partecipare alla 54ª Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia (Padiglione Italia – Roma – Palazzo Venezia). Nello stesso anno, in occasione dell'esposizione Vanitas. Lotto, Caravaggio, Guercino nella Collezione Doria Pamphilj, presenta cinque ritratti di marmo della famiglia.
Il 21 novembre 2012 riceve dal papa la Medaglia del Pontificato, a seguito della realizzazione di un busto in marmo raffigurante papa Benedetto XVI coperto dalla veste pontificia, ispirandosi al ritratto di papa Pio XI di Adolfo Wildt. A seguito delle dimissioni del papa, modifica il busto originale, rappresentando il papa emerito a torso nudo e intitolando la scultura Habemus Hominem, immagine del rappresentante di Dio tornato a essere uomo.
Nel 2013 vince il primo premio al Galà de l'Art di Montecarlo. Nel 2015 vince il premio Catel con l'opera Containers. Nel 2016, all'interno della cripta della Basilica dei Santi XII Apostoli, ha luogo la sua prima esposizione personale a Roma, intitolata Memorie, una selezione di opere realizzate in marmo di Carrara.
Nel 2017 con l'opera Eataly si aggiudica il premio del pubblico presso Arte Fiera di Bologna. Nel 2018 espone all'interno del Museo Carlo Bilotti di Villa Borghese a Roma, con l'opera Venere, e alla Biennale Internazionale di Arte Contemporanea Sacra e delle Religioni dell'Umanità a Palermo. Espone all'Armory Show nello stesso anno con l'opera Donald e nel 2019 con Memoria di sé.
Nel 2019 a New York completa il Figlio Velato, scolpendo un blocco di marmo Danby del Vermont. L'opera, ispirata al Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino, rappresenta un bambino disteso coperto da un velo. Il 21 dicembre la scultura viene collocata presso la Cappella dei Bianchi della chiesa di San Severo fuori le mura, nel rione Sanità di Napoli. (Wiki)


La foto di copertina è tratta da: Opere – Jago


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