21 Giugno 2021

Dove eravamo rimasti?

di Giovanni Corsaro
Il delegato Cralt Sicilia fa il punto della situzione per il territorio siciliano riannodando i fili delle attività programmate e che non si sono potute tenere a causa dell'evento pandemico. Interessante notare come ci sia un fil rouge che unisce sempre l'attività del Cralt: la cultura e la socialità

Il miglioramento del quadro generale del Paese sta risvegliando in noi la voglia di uscire dalle mura delle nostre case, sempre nel rispetto delle regole che sono impartite dalle autorità.

Prima di questo periodo di stasi si stavano programmando, prendendo spunto dalle giornate FAI o delle vie dei tesori,  attività che ci hanno fatto conoscere alcuni dei siti e tradizioni, non sempre conosciuti, che rispecchiano la nostra storia  infatti nella stessa giornata abbiamo visitato a Catania un luogo gestito dal FAI quale il pozzo di Gammazita, con il “cuntu” ( vecchio racconto siciliano) eseguito dai volontari di un’associazione culturale giovanile che raccontavano di questa popolana che si getta nel pozzo pur di non cedere alle insidie di un soldato angioino che saranno anche alle base della rivolta dei vespri siciliani.

Sempre lo stesso giorno nel pomeriggio abbiamo visitato, poco distante ( ca. un chilometro) uno dei palazzi barocchi nobiliari più belli della nostra regione, Palazzo Biscari usufruendo dell’organizzazione delle vie dei tesori. Ci ha fatto da guida un discendente dei principi di Biscari, illustrando sia la bellezza barocca delle sale che l’utilizzo delle stesse ( non ultimo è stata la sede del comando militare inglese dopo lo sbarco degli alleati in Sicilia).

Di fatto, abbiamo visto a distanza di poche centinaia di metri le due anime della città di Catania che, sebbene contrapposte, di fatto sono un “unicum” della stessa città .

Un'altra delle ultime visite tra storia e cultura è stata nell’isola di Ortigia ( il vecchio centro storico di Siracusa, da non confondersi con la grande area archeologica greco/romana di Neapolis)  tra il Castello di Maniace, antica fortezza militare sul mare sita sulla punta di Ortigia, che nel 2008 è stata sede del G8 ambiente, le gallerie dei rifugi antiaerei ( che di fatto si estendevano sull’intera isola)  dove trovavano posto, durante i bombardamenti della II guerra mondiale, fino a 10000 siracusani e per ultimo visto gli antichi bagni ebraici nel quartiere della Giudecca.

Avevamo in itinere altre due visite che non abbiamo potuto effettuare per il lockdown, ma adesso vogliamo riprendere ed in particolare a Palazzo Chiaramonte all’interno del complesso monumentale dello Steri che è anche  la sede direzionale dell’università di Palermo ubicato nel popolare quartiere della Kalsa .

Il palazzo nei secoli oltre ad ospitare i Chiaramonte è stato sede , dei vicere spagnoli, del tribunale della santa inquisizione, della dogana e per ultimo dell’università di Palermo.

Vi è da sottolineare che le sue sale ospitano uno dei quadri più famosi di Renato Guttuso La Vucciria, nel quale esprime il suo genio nei colori di questo mercato popolare, talmente realistici che ci danno l’impressione di sentirne anche gli odori, a dire il  vero questo mercato storico ( così come la pescheria di Catania o il mercato del pesce di Ortigia) si sta trasformando in un quartiere di locali e ritrovi per la cosiddetta movida.

Altra visita in itinere che contiamo di riprendere prossimamente è la visita di Forte Cavalli a Messina.

La città dello stretto storicamente, per la sua posizione strategica, è stata molto importante dal punto di vista militare, basti ricordare che Riccardo cuor di leone, organizzava da questa città la partenza delle navi per le crociate in Terra Santa.

La città (con i relativi dintorni) ha avuto fino a 22 fortezze, il controllo sullo stretto era molto importante; la fortezza più famosa è forte San Salvatore, all’interno del porto di Messina, sede della Marina militare, su cui è ubicata la famosa statua della Madonna della Lettera con la scritta “Vos et ipsam civitatem benedicimus”.

Invece Forte Cavalli sito tra le colline meridionali della città aveva il compito di difendere la città dai possibili attacchi dei nemici, ha resistito al forte terremoto che ha colpito Messina nel 1908, ed oggi restaurato in larga misura con i suoi cimeli e filmati storici descrive uomini, fatti e mezzi della seconda guerra mondiale,

Si pensa, sperando che il quadro generale possa sempre migliorare, di organizzare ulteriori analoghe visite che contiamo di meglio definire, incluse dei percorsi naturalistici e di conoscenza dei nostri allevamenti e coltivazioni.