22 Novembre 2017

Tratturi: un accordo per salvarli

di Redazione Cralt Magazine
Alcuni tratturi, specialmente nelle aree interne, sono giunti fino ai nostri giorni pressoché intatti

La firma di un Protocollo sui tratturi mette insieme 4 regioni; Basilicata, Abruzzo, Molise, Puglia, che vogliono valorizzare i loro beni e darà il via a un’operatività congiunta”. Ad affermarlo Francesco Mollica, presidente del Consiglio regionale della Basilicata, a margine dei lavori della Conferenza dei presidenti a Venafro che ha portato alla firma del documento.

Il tratturo è un largo sentiero erboso, pietroso o in terra battuta, sempre a fondo naturale, originatosi dal passaggio e dal calpestio degli armenti. Di norma la misura della larghezza della sede del tracciato viario era originariamente di 111 metri.Il suo tragitto segna la direttrice principale del complesso sistema reticolare dei percorsi che si snodano e si diramano in sentieri minori costituiti dai tratturelli, bretelle che univano tra loro i tratturi principali, dai bracci e dai riposi. Questi percorsi erano utilizzati dai pastori per compiere la transumanza, ossia per trasferire con cadenza stagionale mandrie e greggi da un pascolo all'altro, in un periodo tradizionalmente compreso tra il 29 settembre e l'8 maggio.

Le prime strade tratturali della transumanza si costituirono in modo spontaneo coprendo distanze a breve raggio. Erano probabilmente già segnate in epoca preistorica nelle terre del bacino del Mediterraneo, se ne ipotizza l'esistenza in Italia, Spagna e Francia.
Con l'arrivo della ferrovia e della rete stradale asfaltata il trasferimento del bestiame è stato sempre più spesso compiuto con camion o furgoni ed i tratturi persero sempre più importanza perché i grossi armentari preferivano risparmiare sulla maggior quantità di manodopera occorrente per le transumanze a piedi.
Alcuni tratturi, specialmente nelle aree interne, sono giunti fino ai nostri giorni pressoché intatti, al contrario delle strade romane, spesso adiacenti ad essi, delle quali, nonostante fossero lastricate di pietre, restano solo i ruderi di qualche ponte e alcuni brevi tratti.

I Tratturi sono un bene inestimabile e mi sembra opportuno poter mettere in moto le sinergie tra le varie regioni confinanti accedendo anche ai fondi europei. Quello che ci aspettiamo – ha concluso Mollica – è una valorizzazione pratica perché i Tratturi sono già vincolati dai Beni architettonici e culturali nell’ambito del loro utilizzo, pertanto se non possiamo utilizzarli per altre maniere, perlomeno, vengano valorizzati nella giusta maniera”.