Sono convinto che questo mio atavico antagonismo verso i turchi risieda probabilmente nel mio DNA. E’ con malcelato orgoglio che faccio risalire la mia origine veneziana all’isola di Torcello, dalla quale deriva il mio cognome e che designava i suoi abitanti. Questa importante isoletta della laguna, era già nota ai romani, ai bizantini e alla Venezia degli albori subordinata, per importanza, a Torcello e ad altre isole.
Mio padre contribuì alla mia formazione storica fin da bambino con racconti sulla nostra città, corroborati da avvincenti percorsi illustrativi. Ricordo ancora con trepidazione quando, certe domeniche di primavera, mi portava a Palazzo Ducale, a san Marco.
Piccolo e sperduto in quelle sale immense spalmate d’oro nelle modanature, assistevo alle vittoriose battaglie navali della Serenissima contro i turchi, dipinte su quadri giganteschi incastonati nelle pareti e nei soffitti.
Con la mia fervida immaginazione riuscivo ad udire il frastuono assordante dei combattimenti, il clangore delle armi, le bordate fumose ed infuocate dei cannoni, le grida di battaglia dei nostri “fanti da mar”. Osservavo quel caotico intreccio di corpi e di remi da cui svettavano gli alti alberi maestri. Focalizzavo i letali scontri sui ponti delle galeazze e delle galee, dalle quali molti uomini precipitavano nel mare spumeggiante. In primo piano sventolavano sempre i vessilli rossi, con leone di san Marco, più defilati, quelli turchi con la falce di luna.
I loro soldati si riconoscevano immediatamente per la loro carnagione olivastra. Erano ritratti spesso con espressioni arcigne e spietate, con barbe ispide ed incolte. Indossavano curiosi copricapi e giubbe policrome. Agitavano scimitarre insanguinate mentre uscivano all’arrembaggio tra le esplosioni dei cannoni.
Per certi versi ero intimorito da quegli scontri furibondi ma, allo stesso tempo, affascinato. Come in un gioco, mi sentivo coinvolto e partecipe!
Poi, quelle misteriose stanze del palazzo dogale, quella luce quieta e filtrata, quegli odori stantii, quei vecchi arredamenti massicci, mi offrivano conforto per un fantastico tuffo nel passato.
Il racconto dello “sbarco”…
Prossimamente!