Nel labirinto affascinante dei caruggi di Genova, dove il mare si intreccia con la pietra, risuonano ancora le voci delle donne che, nei secoli, hanno dato forma all’anima della città.
Nobildonne e prostitute, sante e streghe, figure spesso dimenticate dalla storia ufficiale, ma protagoniste silenziose della vita quotidiana, delle passioni, dei sogni e delle lotte di una città antica e orgogliosa.
L’itinerario “Storia delle donne genovesi” invita a riscoprire Genova da una prospettiva diversa: quella femminile.
Un percorso che si snoda tra vicoli, piazze e palazzi, restituendo voce e dignità a quelle donne che, pur nei ruoli più diversi, hanno vissuto, amato e sofferto sotto lo stesso cielo di ardesia e vento salmastro.
Chi erano le donne genovesi
Le donne di Genova furono molte e diverse: dame eleganti, mogli devote, mercantesse intraprendenti, ma anche cortigiane di spirito acuto, sante visionarie e streghe perseguitate.
La loro vita si svolgeva tra ombre e luci, tra la severità della morale cittadina e la vitalità del porto, dove giungevano genti e culture da tutto il Mediterraneo.
C’erano le nobildonne che osservavano il mondo dalle finestre dei palazzi dei Rolli, custodi di bellezza e di potere familiare; e c’erano le prostitute, spesso costrette a vivere ai margini, ma dotate di una libertà di spirito sconosciuta alle loro coetanee più fortunate.
Accanto a loro, le sante come Caterina Fieschi Adorno e le streghe dei processi seicenteschi, simboli di una femminilità tanto temuta quanto incompresa.
Le protagoniste dell’itinerario
Tra le figure più emblematiche, Pellina, donna astuta e ironica, rappresenta l’ingegno popolare capace di sopravvivere tra le difficoltà; Anna, la sfortunata, incarna invece il volto tragico della vita femminile nei secoli scorsi, quando amore e destino spesso non coincidevano.
E poi c’è Simonetta Vespucci, la “bella Simonetta”, musa di Botticelli e simbolo immortale di grazia e fragilità, legata a Genova dalle sue origini e dalla leggenda che la volle icona di un Rinascimento luminoso e malinconico.
Ognuna di loro racconta un frammento dell’anima femminile genovese: la forza, la pazienza, l’amore, la resistenza.
Un percorso tra pietra e memoria
Camminando nel centro storico, tra le vie strette dove le case sembrano toccarsi, si incontrano i luoghi delle loro vite: palazzi nobiliari, chiese antiche, piazzette silenziose e botteghe dimenticate.
Ogni angolo racconta una storia, ogni lastra di ardesia conserva un segreto.
Seguendo questo itinerario, la città si svela come un grande racconto corale, dove la voce delle donne – spesso soffocata o nascosta – torna a farsi sentire limpida e forte.
È un modo per conoscere Genova “al femminile”, lasciandosi guidare dalle emozioni più che dalle date, dalle suggestioni più che dai monumenti.
Un viaggio nell’intimo, dove la storia incontra la poesia.
Una città di mare e di donne
Genova è da sempre una città di mare e di attesa, dove gli uomini partivano e le donne restavano, custodi della casa e della memoria.
Ma dietro quella apparente quiete si nasconde una straordinaria vitalità: donne capaci di governare famiglie potenti, di dirigere botteghe, di amare senza paura.
Raccontare la loro storia significa restituire alla città una parte essenziale di sé, fatta di coraggio e di sensibilità.
In fondo, la Genova di oggi, con la sua eleganza discreta e la sua forza silenziosa, porta ancora impressa la traccia di quelle donne che, nei secoli, ne hanno plasmato il volto.
Genova al femminile: tra emozione e scoperta
Il percorso “Storia delle donne genovesi” non è solo un itinerario culturale, ma un invito a guardare la città con occhi nuovi.
Passeggiando di vicolo in vicolo, tra un palazzo dei Rolli e una casa modesta, il visitatore scopre che la vera anima di Genova non è fatta solo di pietra e mare, ma anche di passioni, sorrisi e lacrime di donne.
Un racconto che commuove, diverte e sorprende, restituendo luce a un passato che continua a parlare con voce viva e autentica.
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Foto da : https://pixabay.com/it/photos/genova-mare-lanterna-nuvole-4155332/


