03 Dicembre 2022

Spoleto

di Redazione Cralt Magazine
Nella cittadina umbra potremmo avvicinarci e camminare nella storia toccando tutto con mano

Non è una semplice visita turistica quella che il Cralt propone nella cittadina di Spoleto quanto un vero e proprio viaggio nella storia. Un viaggio certamente migliore di quelli virtuali fatti con un visore che vi portano in  realtà storiche parallele e che ormai impazzano.

Un viaggio vero dove entrando e visitando ogni monumento, ogni piazza, ogni via quella  storia la si ripercorre nella realtà vera. Elenchiamo ora, anche se sommariamente, cosa vedremo insieme.

La Rocca Albornoziana è un’imponente fortezza che sorge sulla sommità del Colle Sant’Elia, in posizione strategica e dominante tutta la vallata spoletina. Edificata a partire dal 1359, fa parte di una serie di rocche volute da Papa Innocenzo VI per ristabilire l’autorità del Pontefice, che dimorava allora ad Avignone, nei territori dell’Italia centrale facenti parte dello Stato della Chiesa.

Il castello, di forma rettangolare e difeso da sei imponenti torri, consta all’interno di due cortili, il Cortile delle Armi, originariamente sede della milizia armata, e il Cortile d’Onore, riservato agli amministratori e ai governatori, ornato da un bel pozzo esagonale e circondato da un doppio loggiato dove rimangono numerose tracce di stemmi papali. 

La Cattedrale, ricostruita alla fine del XII sec., sostituì l’antico edificio di S. Maria del Vescovato, dell’VIII – IX sec., eretto sull’area di un primitivo tempio cristiano dedicato al martire Primiano. Sulla facciata, impreziosita dal mosaico di Solsterno, si aprono le arcate del portico fatto realizzare nel 1491 da Ambrogio Barocci, celebre maestro che aveva lavorato nella splendida residenza ducale di Urbino al fianco di Francesco di Giorgio Martini.

La cripta di S. Primiano, del IX sec., rappresenta un eccezionale monumento altomedioevale, unico elemento rimasto dell’antica sistemazione degli edifici della cattedrale, cui si accede dalla canonica. Essa conserva affreschi coevi che potrebbero illustrare Storie di san Benedetto e santa Scolastica, e presenta una copertura con volta a botte.

All’interno del Duomo sono presenti numerosissime opere di assoluto rilievo. Alla fine della navata destra si può ammirare la Croce dipinta di Alberto Sotio (1187), nell’iconografia del Cristo vivo (triumphans) che si sviluppa nel XII sec. in Italia centrale. Al Museo del Ducato si conservano altre Croci provenienti dalla collezione comunale, dei secoli XII-XIV, sia del tipo di quella del Sotio che del modello di croce con il Cristo sofferente (patiens), con il capo reclinato sulla spalla, che si affermerà a partire dal XIII sec.  

Il teatro romano di Spoleto, del I secolo a.C. e con una cavea di settanta metri di diametro, nonostante sia uno dei monumenti più insigni della città, è stato “scoperto” solo di recente, nel 1891. Del teatro romano di Spoleto si sa poco o nulla, fino a quando non entra in scena Sordini: «penetrando – racconta Umberto Ciotti nella rivista “Spoletium” – nel monumento attraverso un’apertura esistente nei sotterranei di palazzo Ancaiani, l’archeologo spoletino poté ispezionare parte dell’ambulacro (allora interrato per circa tre metri), e disegnare l’arco d’ingresso ad un ambiente sotto la cavea».

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