19 Febbraio 2019

Roma: Visita Galleria Doria Pamphily

di Redazione Cralt Magazine
Non è solo la qualità e il valore di questi capolavori a stupire, ma anche il loro numero

Un tuffo nel passato attraversando le splendide sale di palazzo Doria Pamphilj  tornate dopo il restauro all’antico allestimento settecentesco con i  soffitti affrescati, i velluti, gli specchi. Palazzo Doria Pamphilj ospita da secoli una collezione privata unica al mondo.

Non è solo la qualità e il valore di questi capolavori a stupire, ma anche il loro numero: le opere sono così tante da rivestire completamente le pareti degli Appartamenti e i bracci della splendida Galleria.

In questa residenza, ancora oggi proprietà dell’aristocratica famiglia di cui porta il nome, sono presenti infatti opere di Tiziano, Caravaggio, Velasquez, e Raffaello, Reni, Guercino, Carracci e Dughet. Tra i capolavori ivi conservati; la Maddalena Penitente e il Riposo durante la fuga in Egitto di Caravaggio, lo straordinario Ritratto di Innocenzo X di Velazquez e il Doppio ritratto di Raffaello.

La Collezione
L'ampia raccolta di pitture, arredi e statue che comprendono lavori di Jacopo Tintoretto, Tiziano, Raffaello Sanzio, Correggio, Caravaggio, Guercino, Gian Lorenzo Bernini, Parmigianino, Gaspard Dughet, Jan Brueghel il Vecchio, Velázquez e molti altri artisti importanti è stata creata a partire dal XVI secolo dalle famiglie Doria, Pamphilj, Landi e Aldobrandini che sono ora unite tramite matrimoni e discendenze con il cognome semplificato di Doria Pamphilj, dopo essere state a lungo conosciute come Doria Landi Pamphili.
Il capolavoro della collezione, secondo l'opinione generale, è il ritratto di papa Innocenzo X, opera di Velázquez. Il papa, nato Giovan Battista Pamphilj, ascese al trono pontificio nel 1644.
Nel ritratto l'artista non idealizza l'espressione del papa, tuttavia il ritratto non è sgradevole: le caratteristiche di Innocenzo X erano ritenute dai contemporanei come simboliche di uno stile di vita dispotico e di un carattere vendicativo.
Il ritratto, dipinto verso il 1650 per commemorare l'anno santo, fu commissionato dalla cognata Olimpia Maidalchini che era sua stretta confidente e consigliere e, secondo alcuni, amante. Il quadro di Velázquez è stato sistemato nel 1927 in una piccola stanza dedicata interamente al papa; infatti vi è esposta anche una scultura di Bernini che ritrae Papa Innocenzo X.
In occasione dell'anno giubilare, la collezione è stata aperta per la prima volta al pubblico nel 1950 dal Principe Filippo Andrea VI Doria Pamphilj.
Successivamente Donna Orietta e Don Frank Pogson Doria Pamphilj (D. Orietta aggiunse il cognome di suo marito al suo) fecero molto per restaurare la collezione ed il palazzo, e dopo la loro scomparsa, nel 1998 e nel 2000 la cura della collezione fu assunta dai loro figli Don Jonathan Doria Pamphilj e Donna Gesine Pogson Doria Pamphilj, che risiedono nel palazzo.
Assieme alle collezioni dei Colonna e dei Pallavicini-Rospigliosi, questa è una delle più grandi collezioni private di arte a Roma

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