03 Dicembre 2016

Philippe Daverio: un turismo più razionale a Napoli

di Redazione Cralt Magazine
Se il compito dello studioso è quello di creare discussione queste affermazioni, non proprio politically correct, lo faranno di sicuro alimentando la vivacità di una città dalle potenziali inespresse ancora enormi

Philippe Daverio, noto studioso, storico dell'arte e critico d'arte, a margine di un convegno all'Unione industriali di Napoli organizzato dall'ordine degli architetti, ha rilasciato alcune dichiarazioni destinate a creare discussione.

"Napoli offre entusiasmo e folklore, ma anche almeno 40 chiese storiche chiuse perché mancano i soldi per i restauri, forse dovremmo tirare le orecchie alla Comunità europea e farci dare i soldi".

Soggiungendo:  "Magari i fondi ci sono anche ma bisogna fare i concorsi come dicono loro, le gare d'appalto come dicono loro, con i loro tempi, le regole sono così tante che alla fine sembrano fatte apposta perché non si faccia. Ci vorrebbe un movimento italiano forte, che vada a Bruxelles a dire è ora che salviate l'Italia, perché se non salvate l'Italia non salverete l'Europa".  

Daverio ha poi criticato, architettonicamente ed urbanisticamente, il Centro Direzionale: "sembra che un gigante l'abbia preso dal Texas e portato sotto al Vesuvio, crea disarmonia".

Quindi sul lungomare pedonalizzato ha aggiunto: "Rimetterei le auto in via Partenope, dove gli alberghi piangono. Erano chic e internazionali e ora sembrano bulgari. Fosse diventato un giardino con le palme e il roseto sarebbe bellissimo, ma con l'asfalto funziona solo di domenica quando il tempo è bello negli altri giorni è una desolazione, una mestizia e un pianto".

Se il compito dello studioso è quello di creare discussione queste affermazioni, non proprio politically correct, lo faranno di sicuro alimentando la vivacità di una città dalle potenziali inespresse ancora enormi.

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