15 Giugno 2016

Pensioni e previdenza fra oggi e domani

di Gianni Tortoriello
Non scopriamo certo noi la strategicità che il settore previdenziale riveste per ogni lavoratore, specie oggi, abbiamo voluto parlare di queste scottanti tematiche con una persona di grande esperienza in questo specifico ambito: Rossella Manfrini, il Presidente del Fondo Pensione Nazionale Complementare per i lavoratori delle Aziende di Telecomunicazione "Telemaco"

L'accellerata verso lo sviluppo della Previdenza complementare in Italia è riconducibile in massima parte all'ultimo decennio ma il tempo della sua nascita affonda le radici già negli anni '90 a cavallo con la nascita del nuovo millennio; tempo corrispondente anche al grandissimo fermento continuo intorno al mondo delle pensioni culminato in tutte le varie riforme di settore che si sono succedute.

Non scopriamo certo noi la strategicità che il settore previdenziale riveste per ogni lavoratore, specie oggi, abbiamo voluto parlare di queste scottanti tematiche con una persone di grande esperienza in questo specifico ambito: Rossella Manfrini, il Presidente del Fondo Pensione Nazionale Complementare per i lavoratori delle Aziende di Telecomunicazione "Telemaco", nato già nel 1998.

Presidente, affrontiamo subito il "Nodo pensioni" Italiano. Qual è lo stato dell'arte attuale?

In Italia vi sono 16 milioni di pensionati che percepiscono oltre 23 milioni di trattamenti pensionistici, compresi quelli erogati a titolo assistenziale e indennitario: in alcuni casi una stessa persona percepisce due pensioni, una a titolo diretto, e una, come ad esempio nel caso della pensione di reversibilità, a titolo indiretto.
E’ di questi giorni la notizia che su 18 milioni di assegni pensionistici erogati dall’INPS, il 60% circa non arriva a750 euro mensili. È preoccupante dover constatare che questo andamento rischia di diventare “regola” per le generazioni future che purtroppo entrano nel mondo del lavoro sempre più tardi e quasi sempre da precari.
Nel complesso la spesa pensionistica complessiva si aggira attorno a 280 milioni di euro, superando il 17% del Pil ma se non si considerano le prestazioni assistenziali e indennitarie, la spesa si abbassa a circa 250 milioni, e la percentuale sul Pil scende a poco più del 15%.

Che cos'è un fondo pensione? Quali sono le peculiarità del Fondo Telemaco?

Un fondo pensione è uno strumento di gestione di risparmio previdenziale di lungo periodo finalizzato a garantire una seconda pensione che integri quella obbligatoria. Essi rivestono ormai una funzione che potremmo definire essenziale sul piano sociale sostenendo il benessere dei cittadini nel momento del loro ritiro dall’attività lavorativa oltre che di affiancamento allo Stato stesso nella copertura dei rischi e dei fabbisogni legati all’invecchiamento.
Telemaco è il Fondo Pensione Complementare del settore delle Telecomunicazioni costituito nel 1998 sotto forma di associazione riconosciuta senza fine di lucro con lo scopo di assicurare ai lavoratori ed alle lavoratrici associati una pensione integrativa che affianchi quella, obbligatoria, erogata dagli enti previdenziali dello Stato.
Aderire a Telemaco comporta numerosi vantaggi:
PREVIDENZIALI: il lavoratore si costruisce una pensione aggiuntiva a quella del regime obbligatorio, destinata in futuro a ridursi significativamente;
ECONOMICI: versando il proprio contributo (oltre al Tfr) il lavoratore ha diritto al contributo dell'azienda (1,2%), non previsto nelle altre forme di investimento;
FISCALI: i contributi versati al Fondo sono deducibili dal reddito imponibile ai fini IRPEF, inoltre, è prevista una tassazione significativamente vantaggiosa sui rendimenti e sulle somme di denaro ricevute dal Fondo stesso.
DI RENDIMENTO: la parte di Tfr versata a Telemaco è investita sui mercati finanziari con l’obiettivo di ottenere nel lungo periodo un rendimento maggiore di quello riconosciuto per legge al Tfr accantonato in azienda.
DI COSTO: i costi di gestione di TELEMACO, non essendoci scopo di lucro, sono molto contenuti ed inoltre il Tfr versato non rischia nulla in caso di fallimento dell’azienda, garantendo il lavoratore nel suo diritto alla percezione.

Perché i lavoratori debbono pensare alla previdenza integrativa? La previdenza pubblica è morta definitivamente?

Perché pensare alla previdenza integrativa? Perché è l’unico strumento disponibile per potersi assicurare un futuro dignitoso nel momento in cui non è più possibile contare sullo stipendio e, soprattutto, in un periodo della vita in cui i bisogni e le difficoltà sia dal punto di vista sanitario assistenziale che economico si fanno inderogabili.
Alla domanda “la previdenza pubblica è morta” in questo momento mi sento di rispondere no, semplicemente la percepisco “agonizzante”.
Le pensioni pubbliche tuttavia già da oggi e, peggio in futuro, saranno meno “generose” perché basate su un calcolo totalmente contributivo. E’ quindi necessario, fin da quando si è giovani, iscriversi ad un Fondo integrativo per riequilibrare la riduzione del reddito prevista nell’età post-lavorativa.

Diamo un po' di numeri, i vostri numeri quali sono? Come rispondono i lavoratori in questo momento particolare?
Complessivamente aderiscono alla previdenza complementare 5,2 milioni di lavoratori dipendenti privati, 1,9 milioni di lavoratori autonomi e 174.000 lavoratori dipendenti del settore pubblico. Al 31 dicembre 2015 gli iscritti attivi a Telemaco risultavano 59.322, le nuove adesioni nell’anno 2015 sono state 663 e, considerato che i potenziali aderenti sono stimabili in circa 150.000 lavoratori, il tasso di adesione al Fondo è pari al 39,5%. In questo momento i lavoratori purtroppo “fanno fatica ad arrivare alla fine del mese” e non considerano questa opportunità come una priorità alla quale è necessario pensare oggi al fine di garantirsi una sicurezza futura. Si pensi soltanto che grazie alla possibilità di richiedere le anticipazioni, nel corso del 2015, al Fondo Telemaco, sono state richieste n. 3.775 prestazioni per un controvalore di 33,6 milioni di euro e quasi l’80% hanno riguardato la causale “ulteriori esigenze” (una sorta di autofinanziamento per motivi diversi). Questo fenomeno, sicuramente in controtendenza con lo spirito previdenziale dell’adesione al Fondo, rappresenta comunque un ulteriore valore al quale fare riferimento quando si parla dei vantaggi dell’iscrizione. Il Fondo svolge pertanto, in molti casi, la funzione di “ammortizzatore sociale” sostenendo anche durante la vita lavorativa l’Associato in caso di difficoltà.

Al di la dell'oggi, quali evoluzioni future sono auspicabili e quali quelle possibili in questo campo?

Occorre innanzi tutto dare certezze semplificando le regole della normativa fiscale, poi, a mio avviso, occorre sostenere un piano di alfabetizzazione in materia previdenziale sui luoghi di lavoro con l’apporto delle Organizzazioni Sindacali in modo da poter diffondere quella che viene definita la “cultura previdenziale”. In particolar modo in questo ambito, il Fondo Telemaco è all’avanguardia, è precursore di un sistema di contatti e di diffusione dell’attività del Fondo attraverso i Delegati stessi. Proprio quest’anno, abbiamo deciso di investire in un importante progetto di formazione rivolto ai Delegati di Assemblea affinché possano essere portavoce degli strumenti attraverso i quali, nel futuro, la vita da pensionato possa essere non solo possibile ma dignitosa e realmente sostenibile.

Con il Presidente Manfrini, che ringraziamo,  ci ripromettiamo di tornare successivamente su alcune singole problematiche che saremmo molto felici se voleste farci pervenire voi lettori anche sotto forma di semplici domande di approfondimento, sì da creare dei veri e propri focus interattivi su una materia tando delicata e sentita da tutti.

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