24 Gennaio 2019

Oratorio S. Niccolò del Ceppo

di Redazione Cralt Magazine
Il collegio territoriale del Cralt Toscana e Liguria, organizza in collaborazione con il gruppo d’interesse cultura, una visita guidata  all’oratorio di S. Niccolò a Firenze

L’oratorio di San Niccolò di Bari di origine medievale e dedicato ad uno dei santi più celebri, rappresenta un pezzo affascinante della storia di confraternite ed oratori che gareggiavano nell'ornare le loro sedi con opere d'arte.

Dal XVI secolo ha sede in via de Pandolfini in un edificio disegnato da Giambologna, gli interni affrescati raccontano la vita dei confratelli che si dedicavano alla beneficenza e alla musica.

L'oratorio nei suoi ambienti recentemente restaurati, conserva pregevoli arredi e straordinarie opere pittoriche e un organo antico ancora funzionante. Un altro gioiello nascosto che ci rivela la città di Firenze. Un'occasione da non perdere.

La piccola chiesa apparteneva alla Compagnia di San Niccolò del Ceppo, istituita nel Trecento, e deve il suo nome all'uso di mettere le offerte attraverso una feritoia in un «ceppo» di albero cavo. La compagnia si trasferì in questa sede, appositamente realizzata, solo nel 1561.
Nel 1610 Francesco Curradi realizzò per l'altar maggiore un affresco che sostituì il Crocifisso fra i Santi Nicola e Francesco (1430 ca.) del Beato Angelico, ora nella sagrestia.
Nel 1734 il soffitto venne affrescato da Giovanni Domenico Ferretti che dipinse La Madonna e la Trinità accolgono S. Nicola in Paradiso mentre Pietro Anderlini si occupò della spettacolare quadratura architettonica che otticamente raddoppia il volume dell'ambiente. Dalle note di pagamento sappiamo che gli affreschi nell'oratorio e nelle stanze attigue furono ultimati gratuitamente da Domenico Maria Papi e da suo figlio Francesco, membri della Compagnia.
Dentro l'oratorio, sopra la porta d'ingresso e al di sotto dell'organo storico (costruito da Tronci nel 1826), si trova un affresco di Giuseppe Servolini con Sant'Antonino che approva i capitoli della compagnia. Sul lato dell'altare la Crocifissione di Francesco Curradi (1610) e ai lati due tele di Giovanni Antonio Sogliani raffiguranti la Visitazione e San Nicola e due fanciulli della compagnia (1521) erano i usati anche come stendardi dalla compagnia, che li univa insieme e li portava alla testa delle processioni pubbliche.
Nel soffitto La Madonna e la Trinità accolgono s. Nicola in Paradiso di Giandomenico Ferretti entro la quadratura di Pietro Anderlini
Nella sagrestia la Crocifissione dell'Angelico, danneggiata leggermente dall'alluvione del 1966 e riportata in sede dopo un restauro concluso nel 1993. Purtroppo la figura del San Francesco è mutila: testa e busto, oggi visibili in copia, furono asportati e immessi sul mercato antiquario e oggi si trovano al Philadelphia Museum of Art.