Con una singolare coincidenza formale, le opere riunite in Mare blu rendono omaggio all'acqua e alle onde, allo scorrere, al sommergere e al dare vita. Un fluire di immagini video e cinematografiche occupano gli storici spazi di Forte Marghera, lembo di terraferma abbracciato dai canali lagunari, con "The Raft" di Bill Viola e le citazioni raccolte dallo storico del cinema Gian Piero Brunetta accanto alle fontane di Massimo Bartolini. Il mare è il soggetto, con tutte le sue forme e la sua portata simbolica oltre che storica, soggetto e ispiratore di molti artisti, qui declinato in tre capitoli per tre installazioni.
"The Raft" è un'opera dello statunitense Bill Viola, considerato uno dei massimi autori internazionali di videoarte. Diciannove persone riunite in maniera apparentemente casuale vengono travolte da un'onda, inattesa e fuori luogo. Le riprese di questo video del 2004 che dura 10 minuti sono state fatte in tempo reale, ma scorrono al rallentatore, mostrando la fisicità dell'acqua e la vulnerabilità resistente delle persone investite dalla sua massa inesorabile e fragorosa.
Le fontane sculture di Massimo Bartolini trovano posto in una tesa senza copertura, dove l'artista ha collocato le sue opere con l'intenzione di abitare lo spazio e costruire un sistema di relazioni tra socialità e ritualità attraverso e grazie all'acqua, che qui è quella della laguna veneziana, con la sua temporalità, le sue stagioni, i suoi riti sociali. La tesa ha perso il tetto, ma ha mantenuto il suo perimetro, entro il quale l'elemento acquatico va a costruire uno spazio di incontro e condivisione.
A cura dello storico del cinema Gian Piero Brunetta è l'installazione formata da una serie di schermi video che veicolano una raccolta di frammenti tratti da più di 80 film. Uno splendido racconto per immagini tratte da oltre 80 film selezionati, un racconto del mare, della sua complessità e simbologia, della sua forza e della sua importanza nel connettere storie e persone, continenti e umanità, popoli e
culture.
Forte Marghera non ospita la propria rappresentazione ma diventa contenitore di opere che raccontano ciò che è: un luogo storico, complesso architettonico ottocentesco recuperato e trasformato, immerso in una città che appartiene al mare come alla terraferma e all'oggi come alla sua storia, oggi sede ideale per l'arte contemporanea.
Mare blu è a cura di Gabriella Belli e Alberto Salvadori ed è parte del programma di esposizioni MUVE Contemporaneo 2019.