05 Marzo 2022

La Città dell'acqua

di Redazione Cralt Magazine
L’itinerario parte da piazza Campitelli e arriva a piazza Navona

Una delle scene più esilaranti del cinema italiano, della commedia, è quella in cui Totò vende Fontana di Trevi al malcapitato oriundo americano di dubbia provenienza che viene abbindolato attratto dalla bellezza della Fontana e dalla possibilità di avere a propria disposizione un business di sicuro avvenire.

Quella stessa Fontana di Trevi che, poi, di li a qualche anno sarebbe stata protagonista indiscussa di un film capolavoro della cinematografia nostrana: La dolce vita di Federico Fellini che la riprendeva in tutta la sua sontuosità a far da scenografia al bagno dell prorompente Anita Ekberg sotto gli occhi estasiati di Marcello Mastroianni.

Fontana di Trevi è solo la punta di diamante di un "sistema" di fontane della capitale che - non dimentichiamolo - non annovera solo opere d'arte bellissime e storiche ma anche i troppo vituperati 'nasoni' (fontanelle da strada) che sono diventati essi stessi pezzi da museo.

Un reticolato di opere d'arte che conservano tutte le loro funzionalità non solo estetiche ma anche fattive che ci fanno comporre un itinerario che punta lo sguardo su quei fondamentali elementi di arredo urbano che sono, appunto,  le fontane, piccole e grandi che siano.

Attraverso di esse è possibile ripercorrere la storia della riapertura degli antichi acquedotti tra il Cinque e il Seicento, in contemporanea con gli interventi urbanistici promossi dai papi, ed osservare le scelte dei grandi architetti impegnati nella progettazione.

L’itinerario parte da piazza Campitelli e arriva a piazza Navona. Saranno prese in considerazione, tra le altre, la Fontana delle Tartarughe, le fontane di Piazza Farnese e la berniniana Fontana dei Fiumi.

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