La rappresentazione degli animali nella storia dell’arte e nella letteratura è sempre stata iconica ed allegorica rendendoli protagonisti di mille storie e capaci di essere vettori valoriali universali. Da un lato, la pittura e la scultura li hanno rappresentati con maestria e significati complessi; dall’altro, poeti come Trilussa hanno saputo trasformarli in strumenti di critica sociale e osservazione della vita quotidiana.
Gli animali nell’arte
Nella storia dell’arte, gli animali sono stati spesso utilizzati per rappresentare concetti simbolici. Pensiamo, ad esempio, agli antichi egizi, che vedevano negli animali la manifestazione del divino: il falco di Horus, il gatto sacro a Bastet e il coccodrillo di Sobek erano figure profondamente rispettate e venerate.
Nel Medioevo, l’arte cristiana adottò l’iconografia animale per comunicare significati morali e spirituali. Il leone, simbolo di forza e regalità, divenne anche un’immagine della resurrezione di Cristo, mentre l’agnello rappresentava il sacrificio e la purezza. Con il Rinascimento, gli artisti come Albrecht Dürer iniziarono a esplorare gli animali con maggiore attenzione ai dettagli naturalistici, catturandone l’essenza fisica e comportamentale.
Più tardi, nell’epoca romantica e simbolista, gli animali acquisirono significati psicologici e mistici. Ad esempio, nelle opere di Gustave Courbet o Henri Rousseau, il legame tra uomo e natura si riflette in rappresentazioni potenti e oniriche di animali.
Gli animali nella poesia di Trilussa
Trilussa, il celebre poeta romano del primo Novecento, ha fatto degli animali una chiave narrativa centrale per la sua poetica. Le sue poesie, scritte in dialetto romanesco, sono spesso caratterizzate da uno stile ironico e satirico che utilizza gli animali come specchio della società.
Il suo gallo, ad esempio, diventa il simbolo dell’arroganza maschile, mentre la volpe incarna l’astuzia e l’opportunismo. Trilussa non descrive semplicemente il mondo animale; lo anima con un umorismo pungente, trasformandolo in una metafora della politica, delle ipocrisie sociali e dei difetti umani.
Una delle sue poesie più celebri, La Mosca, racconta di una mosca che si sente importante solo perché vola sopra il trono di un re, un’allegoria tagliente sul potere e sulla vanità. La morale delle favole di Trilussa, spesso amara, invita il lettore a riflettere su vizi e virtù, utilizzando gli animali per affrontare temi universali con una leggerezza solo apparente.
Gli animali, tanto nell’arte quanto nella poesia di Trilussa, rappresentano un ponte tra l’uomo e la natura, un mezzo per esplorare la realtà con profondità e ironia. Attraverso il loro linguaggio universale, essi continuano a parlare al cuore e alla mente, offrendo lezioni senza tempo.
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Foto di Andrea Spallanzani da Pixabay