Le fontane e le fontanelle di Roma sono un elemento distintivo della città eterna, che da secoli incanta visitatori e abitanti con il loro fascino architettonico e artistico. Durante il Rinascimento e il Barocco, Roma si trasformò in un grande palcoscenico artistico, dove scultori e architetti tra i più celebri al mondo realizzarono opere straordinarie, utilizzando l’acqua come elemento centrale delle loro creazioni. Le fontane diventarono non solo strutture funzionali per rifornire d’acqua la città, ma anche simboli di potere e bellezza, espressione delle ambizioni papali e della rinascita culturale della capitale cristiana.
Le fontane del Rinascimento
Nel periodo rinascimentale, le fontane a Roma riflettono il ritorno agli ideali classici di armonia, proporzione e bellezza. Con il crescente interesse per l'antichità classica, gli artisti del tempo reinterpretarono le forme romane antiche, combinandole con l'innovazione tecnologica. Uno degli esempi più celebri è la Fontana di Piazza del Popolo, progettata da Giovanni Fontana e arricchita da sculture che esprimono la monumentalità e l’eleganza del Rinascimento. Un'altra icona rinascimentale è la Fontana del Mascherone di Palazzo Farnese, una delle prime testimonianze di come la decorazione con volti umani o animali fosse parte integrante delle fontanelle, spesso incastonate nelle facciate degli edifici.
Durante questo periodo, i papi intrapresero la ricostruzione e l’ampliamento degli acquedotti antichi, permettendo la realizzazione di numerose fontane pubbliche. Tra queste spicca la celebre Fontana di Trevi, il cui progetto fu commissionato nel XVI secolo da papa Urbano VIII a Gian Lorenzo Bernini (anche se fu completata nel XVIII secolo da Nicola Salvi). Questa fontana, che riprende i temi del trionfo dell’acqua e dell’abbondanza, esemplifica perfettamente l’ideale rinascimentale di fusione tra arte e architettura.
Le fontane del Barocco
Il Barocco portò a Roma un cambiamento significativo nel modo in cui le fontane venivano concepite. L'acqua divenne il simbolo del dinamismo e della teatralità di questo periodo, con sculture che sembravano prendere vita. Gli artisti barocchi come Gian Lorenzo Bernini e Francesco Borromini crearono fontane che erano vere e proprie opere d’arte, concepite per stupire ed emozionare lo spettatore.
Un esempio emblematico è la Fontana dei Quattro Fiumi in Piazza Navona, una delle più celebri di Bernini. Costruita nel 1651 per volere di papa Innocenzo X, questa fontana celebra i quattro grandi fiumi del mondo: il Nilo, il Gange, il Danubio e il Rio della Plata, simboleggiati da figure imponenti, mentre l'acqua scorre attorno a loro creando un senso di movimento perpetuo. Piazza Navona stessa divenne un teatro barocco all’aperto, con la presenza di altre due fontane minori, la Fontana del Moro e la Fontana del Nettuno, che arricchiscono la scenografia complessiva.
Il Barocco portò anche una proliferazione di fontanelle e fontane minori, spesso poste in luoghi inaspettati o incastonate in angoli della città. Le fontanelle del Barocco, caratterizzate da decorazioni esuberanti e forme dinamiche, erano spesso utilizzate come punti d’acqua per i pellegrini o gli abitanti delle zone più popolari. Le forme sinuose delle fontanelle richiamano il senso di movimento continuo tipico del Barocco, mentre le statue di animali mitologici o figure allegoriche erano frequenti ornamenti.
Queste opere non sono solo simboli di una città ricca di storia, ma testimoniano l’eterna ricerca dell’uomo di celebrare l’acqua, fonte di vita e simbolo di potere divino.
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Foto di liliy2025 da Pixabay