09 Maggio 2018

Exodus, arte per credere

di Redazione Cralt Magazine
Il ciclo delle tele raffigura la presa di posizione dell’artista contro ogni forma di guerra

Sarà la millenaria Abbazia di Rosazzo la prestigiosa e suggestiva cornice della mostra dedicata all’artista bosniaco Safet Zec.

L’allestimento, realizzato nella chiesa e nelle sale dell’ex tribunale dell’Abbazia, vanta – oltre ad altre opere dell’artista – i suoi grandi teleri dedicati all’attuale tema delle migrazioni, teleri che fino al 30 novembre sono stati esposti nella Chiesa della Pietà, in Riva degli Schiavoni a Venezia.

Il ciclo delle tele, dalle grandi dimensioni, realizzato con tecnica mista: dall’olio alla tempera, dal collage al disegno, raffigura la presa di posizione dell’artista contro ogni forma di guerra e contro la tragedia delle migrazioni e della fuga.

Giandomenico Romanelli evidenzia in «Naufragi», un capitolo del catalogo: «È davvero una costruzione mastodontica e terribile nella quale confluiscono tutte le sue esperienze e il suo dramma personale, il suo orrore della guerra e la pietà per le vittime, di qualsiasi lingua, colore, nazionalità ed etnia ma unite nella disperazione del futuro, nella inguaribile follia della guerra, delle morti, dei lutti, della violenza che l’uomo esercita sull’uomo»

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