02 Febbraio 2017

Edward Hopper

di Redazione Cralt Magazine
Tra i suoi soggetti favoriti dal pittore vi sono scorci di vita nei tranquilli appartamenti della middle class, spesso intravisti dietro le finestre

Edward Hopper fu uno dei protagonisti assoluti della scena artistica di inizio secolo  e i suoi dipinti sono caratterizzati da un realismo tagliente e provocante. Il Complesso del Vittoriano ospita 60 opere datate tra il 1902 e il 1960 di quello che fu uno dei più grandi esponenti del realismo americano. La Mostra mette in evidenza i paesaggi pieni di luce e colore  e la vita borghese di inizio secolo. 

Hopper è stato per lungo tempo associato a suggestive immagini di edifici urbani e alle persone che vi abitavano, ma più che i grattacieli - emblemi delle aspirazioni dell’età del jazz - egli preferiva le fatiscenti facciate rosse di negozi anonimi e vedute di ponti meno conosciuti.

Tra i suoi soggetti favoriti, vi sono scorci di vita nei tranquilli appartamenti della middle class, spesso intravisti dietro le finestre durante i suoi viaggi, immagini di tavole calde, sale di cinema, divenute delle vere e proprie icone, come testimoniano alcuni celebri capolavori in mostra.

Avremo la possibilità di vedere  esposti i più grandi capolavori del pittore come Le Bistro or The Wine Shop (1909), SummerInterior (1909), New York Interior (1921), South Carolina Morning (1955) e Second Story Sunlight (1960). I suoi dipinti proprio per la forte carica realista erano una fonte di ispirazione per registi come Hitchcock e Dario Argento. Infatti, il primo volle costruire la casa di Psyco come la dimora dell'opera la Casa vicino alla ferrovia mentre il secondo riproduce la sequenza del bar come Nighthawks.

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