17 Settembre 2021

“Cambiare”

di Redazione Cralt Magazine
Sarà un modo per farvi conoscere, o riscoprire, un pezzo d'Italia bellissimo e una proposta culturale di primissimo piano che vi regaleranno un'esperienza unica ed irripetibile

Coniugare arte e territorio è quanto il Cralt cerca di fare in ogni occasione possibile, cercare di trasmettere l'unicità della bellezza dell'arte con l'unictà della bellezza dei territori è una mission cui si cerca di fare sempre omaggio. Quest'attività di cui vi illustriamo sommariamente di segiuto i contenuti è davvero esemplare per questo verso perché coniuga mirabilmente entrambe le situazioni che ora abbiamo descritto.

Sarà un modo per farvi conoscere, o riscoprire, un pezzo d'Italia bellissimo e una proposta culturale di primissimo piano che vi regaleranno un'esperienza unica ed irripetibile.

La mostra
La mostra «Cambiare» è un’avvincente meditazione su quest’esperienza fondamentale della nostra esistenza. Mutamenti reversibili o irreversibili, provocati dalla necessità di adattarsi all’ambiente o suscitati dalla fedeltà a ciò per cui sentiamo che vale la pena vivere.

Misteriosamente, mentre tutto scorre e muta, sentiamo che qualcosa non cambia, rimane. La mostra coinvolge la mente ed il cuore a contatto con trenta capolavori d’arte. Il racconto appassiona per l’alta qualità delle opere: Tintoretto, Anton Van Dyck, Claude Monet, Pablo Picasso… La maggior parte di esse sono opere mai vista prima d’oggi in Italia, alcune totalmente inedite.

Il territorio
Una passeggiata nel piccolo borgo di Illegio, piccolo scrigno d'arte, una splendida gemma incastonata tra i monti della Carnia. Poi Timau con il monumento dedicato alle Portatrici Carniche, le donne della Carnia che fornivano cibo e materiale bellico agli uomini impegnati sul fronte alpino.

Cercivento. Mosaici, murales, affreschi sulle pareti di case pubbliche e private, nelle vie e nelle piazze, per trasformare un piccolo paese di montagna in: "Una Bibbia a Cielo Aperto".

Sutrio, ancora molto legato agli antichi mestieri, uno dei più antichi insediamenti della Carnia. Lungo la valle, numerose tracce del passato ci riportano all'età celtica e all'epoca romana, il nome Sutrio è fin troppo facilmente collegabile, per somiglianza, a quello dell'etrusca Sutri.

Il Presepio di Teno è uno straordinario esempio di artigianato ligneo applicato alla Natività. Si tratta del frutto del paziente lavoro del maestro artigiano Gaudenzio Straulino, soprannominato “Teno”, nato nel 1905 e scomparso nel 1988, che vi ha lavorato per oltre trent’anni.

Chiunque fosse interessato a quest'attività troverà tutti dettagli cliccando qui