23 Dicembre 2021

Alla Pilotta, Dante negli splendidi disegni di Scaramuzza

di Redazione Cralt Magazine
Una occasione davvero da non perdere, ulteriore anteprima della Nuova, e sempre più grande, Pilotta

Una grande mostra, due percorsi monografici paralleli se pur fisiologicamente congiunti, la scoperta di una sede magnifica, le Scuderie Ducali appena restaurate e rese sede espositiva della Grande Pilotta. È quanto la Direzione del Complesso monumentale della Pilotta propone, fino al 13 febbraio 2022, nell’ambito del progetto "Dante e la Divina Commedia in Emilia Romagna", un percorso espositivo diffuso che valorizza il patrimonio dantesco di 14 biblioteche e archivi storici in cui l'autore della Commedia, dopo l'esilio, trovò la sua seconda patria.

Il titolo del progetto - Un splendor mi squarciò ’l velo -  tratto dal trentaduesimo Canto del Purgatorio ha ricevuto il prestigioso patrocinio del comitato per le celebrazioni Dantesche. È l’apporto della Nuova Pilotta voluto dal direttore Simone Verde ed è tra quelli di maggiore qualità e che di fatto chiude in grande stile i festeggiamenti in onore del sommo poeta in questo 2021.

A prefigurarne il contenuto della mostra sono le due citazioni del sottotitolo, ovvero “il codice 3285” e il nome di Scaramuzza. Il codice citato è uno dei maggiori tesori della Biblioteca Palatina, capolavoro già appartenente ai Danti del Cento, è riconosciuto come una delle più antiche trascrizioni della Commedia dantesca (risale ai primi del ’300), dotato di uno straordinario apparato decorativo. Il volume è stato recentemente oggetto di una campagna di restauro e della completa digitalizzazione finanziato dal Lions Club di Parma. Intorno, e accanto, Giuseppa Zanichelli ha ideato un percorso che svela al pubblico l’importantissimo patrimonio di opere dantesche, manoscritte e a stampa, posseduto dalla Biblioteca Palatina. Tesori bibliografici (e artistici) acquisiti nei secoli dai Farnese, dai Borbone e, infine, da Maria Luigia d’Austria per arricchire la loro Biblioteca.

La seconda citazione proposta nel sottotitolo menziona “Scaramuzza”. È riferita all’artista parmense Francesco Scaramuzza, che eseguì i dipinti murali con tecnica ad encausto a freddo tra il 1841 e il 1857, al fine di impreziosire con la sua opera la Sala Dante della Biblioteca Palatina, che conserva la magnifica raccolta di manoscritti, incunaboli ed edizioni rare dantesche, passione e vanto della ducea di Maria Luigia d’Asburgo. Questo prestigioso incarico diede spunto al pittore per una ulteriore impresa: illustrare l’intera Divina Commedia e già nell’anno del centenario, il 1865, a Firenze vennero esposte le sue tavole riguardanti l’Inferno.

Nel 1876 Scaramuzza termina l’avvenutura titanica di illustrare l’intera Commedia, in tutto 243 cartoni a penna, che sono l’oggetto dell’esposizione a lui riservata alle Scuderie Ducali. Lo studio di queste affascinanti opere ha consentito a Simone Verde di rileggere, in catalogo, l’opera di Scaramuzza alla luce della riscoperta (o scoperta) della Commedia dantesca che, dopo secoli di sostanziale oblio, ebbe inizio nel secondo Settecento e nell’Ottocento, dapprima in Inghilterra per contagiare in successione la Francia e la Germania e influenzare infine anche l’Italia e lo stesso Scaramuzza.

Un splendor mi squarciò ’l velo offre, quindi, al visitatore la prima organica esposizione di codici danteschi che di norma sono aperti alla sola ammirazione degli studiosi e la scoperta dell’intero corpus - straordinario - di disegni danteschi dello Scaramuzza. Il tutto nel contesto delle restaurate Scuderie Ducali, nuovo spazio espositivo della Pilotta. 

Magnifiche e monumentali, le Scuderie sono collocate al piano terra dell’ala nord del Palazzo. Rappresentano – afferma il Direttore Verde – un contesto di altissimo pregio architettonico e spaziale, datato alla fine del Cinquecento, che si estende per una superficie complessiva di circa 1.500 mq ed è contraddistinto da una distribuzione volumetrica a manica posta parallelamente al cortile del Guazzatoio. Altezze e maestosità dei solai voltati sono le caratteristiche di grande rilevanza che definiscono il luogo; inoltre, all’interno sono ancora perfettamente conservate sul perimetro le 90 mangiatoie antiche per i cavalli in pregevole materiale.

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