31 Marzo 2017

La Scarzuola, il sogno ermetico di Tomaso Buzzi

di Redazione Cralt Magazine
Alla morte di Buzzi, nel 1981, la città era stata realizzata solo in parte ma, grazie agli schizzi lasciati, l'erede Marco Solari terminò l'opera

Nel Comune di Montegabbione in provincia di Terni c’è La Scarzuola, la costruzione surreale progettata da Tomaso Buzzi, architetto, artista e uomo di cultura tra i più importanti del’900. La costruzione sorge a Montegiove ed è costruita sulle  adiacenze di un convento fondato da S. Francesco.

La località è citata dalle cronache medievali per essere quella in cui, nel 1218, San Francesco costruì una capanna nel punto in cui aveva piantato una rosa e un alloro e da cui era sgorgata miracolosamente una fontana. La capanna fu realizzata con una pianta palustre di nome Scarza, da cui deriverebbe il nome Scarzuola.

Tomaso Buzzi l’acquista nel 1956 e costruisce alle sue adiacenze la città ideale, tracciando un percorso simbolico neo-illuminista riferito a conoscenze esoteriche e sue intuizioni. Dal 1958 al 1978, l'architetto progettò e costruì, nella valletta dietro al convento, una grande scenografia teatrale che egli definì "un'antologia in pietra", rimasta volontariamente incompiuta, che permise il recupero di esperienze visive del passato

La Scarzuola è formata da costruzioni raggruppate in sette scene teatrali, metafora della vita di ciascuno. Lo stile che meglio interpreta l'ansia di licenza di Buzzi è il neo-manierismo che egli identifica anche nell'uso di scale e scalette in tutte le dimensioni, allungamenti di membrature architettoniche, varietà di modi alla rustica, un po' di mostri, volute sproporzioni di alcune parti, statue verdi all'Arcimboldi, affastellamento di edifici, di monumenti, un che di labirintico che arriva a un certo surrealismo, di evocativo, di sinuoso, di antropomorfico, di geometrico, astronomico, magico