24 Marzo 2016

La Grande Miniera Serbariu

di Redazione Cralt Magazine
Attiva dal 1937 al 1964, con un’estensione pari a 33 ettari di superficie, 9 pozzi di estrazione, 100 Km di gallerie sotterranee per una profondità massima di 179 metri

L'Italia è un Paese splendido e ricco dal punto di vista naturalistico e storico; tesori immensi si nascondono anche laddove sarebbe più difficile immaginare. Luoghi insolti, luoghi un tempo teatro di quella cultura del lavoro che sono state le campagne, il sottosuolo ed anhe le miniere. Oggi possono essere mete di escursioni, visite che solo in parte avranno sapore turistico ma molto, invece, sapranno di storia e trasmissione alle generazioni future di quello che questo Paese è stato appena fino a qualche decennio fa. E' la trasmissione della memoria che fa si che un popolo sia vivo. 

Inserita all’interno del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna (posto sotto gli auspici dell’ UNESCO), la Miniera di Serbariu, nata attorno al giacimento carbonifero di Serbariu – Nuraxeddu, è stata la principale miniera del bacino carbonifero del Sulcis caratterizzandone l’economia della zona.

La Miniera di Serbariu, attiva dal 1937 al 1964, con un’estensione pari a 33 ettari di superficie, 9 pozzi di estrazione (dal pozzo n.° 1 al n.° 7, più Pozzo Nuraxeddu Vecchio e Pozzo del Fico), 100 Km di gallerie sotterranee per una profondità massima di 179 metri dalla superficie topografica, ha rappresentato tra gli anni ’30 e ’50 del ‘900 una delle più importanti risorse energetiche d’Italia.

Per cavare il carbone furono reclutati lavoratori da tutta Italia, raggiungendo il numero di 18.000 di cui 16.000 minatori.