02 Giugno 2023

Leggiadro Barocco

di Redazione Cralt Magazine

Le Collezioni Comunali d'Arte di Bologna presentano la prima mostra monografica dedicata al pittore Giuseppe Marchesi (Bologna, 1699-1771), per riscoprire una figura artistica significativa che operò sul versante classicista della scuola bolognese del Settecento.

Promossa da Settore Musei Civici Bologna | Musei Civici d'Arte Antica e curata da Antonella Mampieri e Angelo Mazza, la mostra dossier si intitola Leggiadro Barocco. L'attività giovanile di Giuseppe Marchesi detto il Sansone e sarà aperta al pubblico fino al 2 settembre 2023.

Nella cosmopolita Bologna del XVIII secolo, la scena artistica si presentava quanto mai vivace. Tra i pittori più fecondi si distinse Giuseppe Marchesi, di temperamento irrequieto e di corporatura imponente, alla quale dovette il soprannome di Sansone.

Allievo di artisti di spicco della generazione precedente, come Aureliano Milani e Marcantonio Franceschini, Marchesi si inserì nel solco della tradizione pittorica locale che trova nei Carracci e nei loro allievi – in particolare Guido Reni, Francesco Albani e Domenico Zampieri detto il Domenichino - il modello imprescindibile.

Questo orientamento stilistico era sostenuto e promosso anche dalla principale istituzione artistica presente in città, l'Accademia Clementina, alla quale Marchesi appartenne, ricoprendo svariati incarichi, didattici e di direzione, fino alla nomina a Principe nel 1752.

La successiva evoluzione artistica lo portò al progressivo abbandono di un'arcadica classicità a favore di una componente quasi manieristica, prossima per intensità alla maniera di Francesco Monti e Vittorio Maria Bigari.

La mostra dossier pensata per le Collezioni Comunali d'Arte, che conservano nella raccolta permanente il dipinto di soggetto storico Clemente VIII restituisce agli Anziani di Bologna le chiavi della città, si incentra sul periodo iniziale della sua vicenda, elegante ed aggraziato: dall'emancipazione del suo rapporto con Marco Antonio Franceschini, che gli trasmise il suo moderato gusto arcadico, fino al 1725, punto di avvio convenzionale della carriera autonoma dell'artista.

La figura di Giuseppe Marchesi fu dimenticata in seguito ai cambiamenti della storia del gusto che condannarono il Settecento come secolo superficiale e vuoto di contenuti. La mostra allestita alle Collezioni Comunali d'Arte intende proporre una lettura rinnovata di questo protagonista del 'barocchetto' bolognese, consentendo di formulare nuove ipotesi sull'ordinamento cronologico della sua produzione di esordio.

L'esposizione è accompagnata da una omonima pubblicazione a cura di Antonella Mampieri e Angelo Mazza, con la collaborazione di Silvia Battistini, che contiene una prefazione di Massimo Medica, un testo di Mirko Bonora e saggi di Antonella Mampieri e Angelo Mazza.

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