28 Febbraio 2020

L'Europa della luce

di Redazione Cralt Magazine
Al Palazzo Reale di Milano con il Cralt Lombardia per la Mostra su George de la Tour il 15 Marzo ed il 2 Aprile

La mostra di De La Tour a Palazzo Reale a Milano propone una serie di confronti e di riflessioni sulla pittura naturale e sulle sperimentazioni luministiche attraverso cinque sezioni incentrate su singoli soggetti iconografici e su temi come il viaggio dei pittori fra l’Italia e il Nord Europa.

I nomi di Georges de La Tour e di Caravaggio appaiono spesso vicini: in entrambi il principio della luce è utilizzato come elemento unificante della composizione, i soggetti scelti sono umili e i corpi imperfetti. Già ad un primo sguardo infatti le loro personalità sono affini. Georges de La Tour nacque nel 1593 a Vic-sur-Seille nella Lorena francofona.

Non è certo se la sua formazione si svolse a Vic stessa, oppure nella bottega del maestro francese Jacques Bellange che lavorò a Nancy nei primi anni del Seicento. La Tour fu un osservatore raffinatissimo della natura e della vita quotidiana e, come testimoniano le opere giovanili, i suoi esordi sono da collocare a fianco dei protagonisti del naturalismo seicentesco. 

Determinante, per la sua educazione artistica, fu la scoperta della pittura caravaggesca che non si sa se avvenuta per un viaggio in Italia oppure se ammirando i lavori dei Caravaggisti olandesi di Utrecht. Il pittore si distinse proprio per la sua grande capacità nel controllare le fonti di luce, per questa ragione è considerato uno dei più originali prosecutori della scuola caravaggesca. Nelle opere a luce diurna, la resa attenta e precisa dei particolari rivela una componente naturalistica (Il baro, Museo del Louvre a Parigi).

Nelle opere successive si avverte l’esigenza di una maggiore essenzialità e semplificazione di volumi messa in evidenza soprattutto nei notturni a lume di candela (Maddalena penitente, Museo del Louvre a Parigi) in cui le figure emergono dallo spazio in controluce. Nelle opere più tardive la sua indagine tende ormai alla geometrizzazione dello spazio e alla definizione di forme impeccabili verso una dimensione astratta e atemporale (San Sebastiano curato dalle pie donne, Staatliche Museen di Berlino).

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