10 Febbraio 2016

Joan Miro’

di Redazione Cralt Magazine
"Più invecchio, più divento folle o aggressivo. Cattivo se vuole!”
Joan Mirò (Barcellona 1893 – Palma di Maiorca 1983) è uno degli artisti più significativi e rappresentativi del Novecento. Taciturno e riservato, nella sua vita Mirò ha portato avanti un lavoro di continuo rinnovamento espressivo, senza però mai tradire il suo stile e soprattutto la sua coerenza. Il suo lavoro inconfondibile ha attraversato varie fasi profondamente connesse ai luoghi in cui ha operato (Barcellona, Parigi e la campagna catalana) e ai contesti artistici con cui è venuto in contatto, in primis il dadaismo e il surrealismo.
La mostra ha riunito un’importante nucleo di opere, molte delle quali mai esposte in Italia, legato ad uno specifico momento del suo lavoro; una fase artistica estremamente fertile e poco conosciuta, racchiusa fra i primi anni cinquanta e la sua scomparsa. Nonostante l’età avanzata è in questi anni nel pieno della sua forza, immaginazione e vitalità, che realizza gran parte della sua produzione artistica. Un lungo intervallo caratterizzato da profondi mutamenti espressivi, con cui la sua opera diventa più libera, forte ed aggressiva.
I “suoi colori” e le “sue figure”, lasciano progressivamente spazio al nero e a segni che ricordano primitive scritture. Come egli stesso dichiarerà: “Più invecchio, più forte è la tensione. Questo inquieta mia moglie. Più invecchio, più divento folle o aggressivo. Cattivo se vuole!
Un mutamento collegato al suo trasferimento definitivo nel 1956 a Palma di Maiorca, nelle Baleari. In questo luogo così profondamente ricco di legami affettivi, Mirò incarica l’amico architetto Luis Sert di realizzare un grande atelier per soddisfare le sue esigenze.
A 63 anni, per la prima volta nella sua vita, Mirò ebbe a disposizione uno studio da non condividere con altri, un luogo dove isolarsi e convivere a stretto contatto con le sue opere. Inizia così una radicale analisi critica del suo lavoro precedente e l’avvio di una nuova stagione ricca di sperimentazione. Nel 1959 Mirò acquista un secondo edificio adiacente allo studio Sert, Son Boter, che diviene il luogo per creare sculture e opere grafiche.
Attraverso dipinti, disegni, opere grafiche e sculture questa mostra fa emergere un nuovo aspetto del lavoro di Mirò, di grande potenza e suggestione. Il percorso è arricchito da un’importante selezione di fotografie che ritraggono Mirò realizzate da grandi autori come Cartier Bresson, Mulas, Brassaï, List, Halsman, Català Roca e Gomis.