16 Luglio 2016

Irlanda: “Smeraldo” d’Europa

di Edoarda Gasparrini
Suggestivi i piccoli centri con i loro negozi e pub dalle insegne coloratissime affacciati sull’oceano per non parlare delle tranquille stradine di campagna

Siamo arrivati a Dublino, nelle prime ore del pomeriggio, dopo aver incontrato all’aeroporto la guida locale “supplente”. Prima di recarci in albergo abbiamo preso confidenza con la città con un ampio giro in pullman.

Dublino ci ha accolto con una splendida giornata di sole scorrendo davanti ai nostri occhi con i suoi ponti originali e bellissimi, le case vittoriane, i famosi portoncini colorati, i parchi, i tanti pub

Prima di recarci al nostro primo hotel “Fleet hotel” , nel cuore della “movida” dublinese ci siamo recati al Trinity college la più antica  e prestigiosa università d’Irlanda per ammirare il “Book of Kells.  Dopo una simpatica cena in un locale in Fleet Street, accompagnata da pinte di birra,  ci siamo confusi nella folla giovane e festosa, che alla musica dei vari gruppi musicali ballava e cantava accompagnando il tutto con birra.

Il giorno dopo, abbiamo conosciuto,  la nostra guida “titolare”, Max (Massimiliano è troppo lungo, cit.), napoletano trapiantato a Dublino ormai da dieci anni, preparatissimo e instancabile ci ha condotto per mezza Irlanda illustrandoci tutto della storia e della vita sociale degli irlandesi, senza tregua.

Partiti da Dublino, attraversando campagne suggestive e verdi brughiere, siamo giunti alle bellissime scogliere di Moher impressionanti e suggestive, poi  alle scogliere di Slieve League tra le più alte d’Europa e alle Giants Causeway con la sua “leggenda del Gigante” e le sue  40.000 colonne di basalto esagonali che emergono dal mare.

Suggestivi i piccoli centri con i loro negozi e pub dalle insegne coloratissime affacciati sull’oceano per non parlare delle tranquille stradine di campagna, dove al fianco delle caratteristiche casette pascolavano cavalli, mucche e, per la gioia di tutti noi, le fotografatissime pecore bianche con il muso nero che risaltavano sulle numerose sfumature di verde dell’isola di smeraldo.  Per comprendere meglio la storia dell’isola abbiamo visitato il castello di Bunratty, dove oltre alla bellezza del castello è possibile godere della ricostruzione della vita rurale di 100 anni fa, il lavoro del fabbro, l’ambulatorio medico, le aule scolastiche, l’emporio e l’immancabile PUB, la fattoria padronale e le misere case dei contadini.

Pochi giorni per conoscere tanti aspetti diversi dell’Irlanda; la crociera alla maggiore delle isole Aran, la romantica vittoriana Kylemore Abbey, le scuderie governative irlandesi e i bellissimi cavalli al pascolo, i campi da golf affacciati sull’oceano, il laboratorio per la lavorazione del tweed.

Al termine, forse complice un po’ di malinconia e stanchezza e un cielo grigio dopo una  inaspettata settimana di sole, Belfast ci è apparsa triste con le sue costruzioni a mattoncini rossi tipiche inglesi, i suoi quartieri poveri perimetrati dal filo spinato, le camionette blindate e i murales, ma giunti al Titanic Center la voglia di far shopping e comprare gli ultimi regalini ha di nuovo fatto tornare il sorriso. Era ora di tornare a casa!