28 Giugno 2021

Gli "Infiniti Ponti" per la solidarietà

di Anna Albonico
“La mia più grande ambizione è che ogni bambino in Africa vada a scuola perché l’istruzione è la porta d’ingresso alla libertà, alla democrazia e allo sviluppo”

Vincenzo Giordano è il presidente dell’associazione onlus Infiniti Ponti operante in Kenya e nei mesi scorsi ci ha scritto una lettera di presentazione della loro attività.

Infiniti Ponti è un’associazione onlus italiana privata e apolitica che opera in Africa con l’obiettivo di avviare progetti sostenibili, con particolare attenzione all’istruzione, in collaborazione con le popolazioni locali, al fine di creare istruzione, lavoro e benessere nella loro terra di origine.

Buongiorno Vincenzo, abbiamo letto la presentazione dell’associazione che ci hai fatto arrivare qui al CRALT, e ci ha subito appassionato per la genesi di questa vostra iniziativa. Ci puoi raccontare a favore dei nostri lettori, come è nata l’idea di questo vostro impegno?

Siamo un gruppo di persone, con diverse competenze, molto eterogeneo ma tutti con il desiderio di aiutare le persone meno fortunate di noi. Tutti volevamo accorciare la distanza tra noi e le persone destinatarie di questa nostra azione. Così nel 2009 ne abbiamo parlato e abbiamo cercato il modo migliore per poter essere più efficienti e meno dispersivi nel portare il nostro aiuto.

Quindi, da una idea siete passati alla fase realizzativa, è stato facile, avete incontrato delle difficoltà? Raccontaci

Dopo un po’ di anni abbiamo pensato di unirci in una Onlus per poter così essere più efficaci. Abbiamo scelto di chiamarci “Infiniti Ponti” perché noi crediamo che il nostro mondo sia un mondo di relazioni, collegamenti, link, scambi. Dove tutto scorre in tutte le direzioni e verso. Quale migliore immagine di “infiniti ponti”, che collegano tutto e tutti. Tutti danno e tutti ricevono. Non è stato particolarmente difficile, se non, come in tutte le cose, dare continuità, e mantenere l’entusiasmo. Le difficoltà ci sono sempre ma insieme si supera tutto.

In generale, quando si pensa di affrontare o partecipare a progetti del genere, il tema che più si riscontra è quello del tempo. Non ho abbastanza tempo per farlo, non ora, vediamo se più avanti posso …

È vero a tutti il tempo manca. Ma è anche vero, come in tutte le cose, che spesso quello che conta è la qualità del tempo dato. Ognuno dà quello che può e in proporzione alle sue capacità. Servono idee, entusiasmo, desiderio, e da tutto questo poi le cose seguono.

Voi come vi siete organizzati a tal riguardo, e come l’idea iniziale dell’impegno si è trasformata, magari anche in una parte importante della vostra vita a cui non rinuncereste più?

Ognuno dà quello che può e ognuno segue i progetti nei quali più si rispecchia. Abbiamo la consapevolezza di essere nati nella parte privilegiata del mondo, che abbiamo avuto molto e moralmente siamo chiamati a dare a chi questa fortuna non l’ha avuta. Accanto a noi abbiamo sempre i volti dei bambini, delle donne, degli uomini che vivono lì e non si può non pensare di dividere un po’ della nostra fortuna con loro. Questo non ci lascia mai.

Infine, siete partiti con il primo progetto di scuola. Credo sia interessante capire bene il vostro contributo operativo, di mezzi, di supporto e tanto altro

Siamo partiti con diversi progetti. Sul nostro sito, www.infinitiponti.com, ne potete vedere alcuni. Dopo molti anni siamo giunti alla consapevolezza che l’istruzione è la chiave di volta per innescare il processo di autodeterminazione delle persone e di un popolo. Per questo molte energie le rivolgiamo a tutto quello che ha a che fare con l’istruzione. Finanziare la costruzione di scuole, sostenere gli insegnanti, adottare degli studenti, mettere in contatto alunni delle classi in Kenya con alunni delle nostre scuole. Finanziamo le “Primary School” che corrispondono alle nostre scuole elementari e medie perché bisogna portare bambine e bambini a scuola il prima possibile. Sono scuole “povere” che realizziamo, in mezzo alla savana, utilizzando materiali poveri, legno e fango e sono integrate nella realtà locale. Noi con l’aiuto del missionario di Ol Moran individuiamo dove costruirle, cerchiamo i finanziamenti per realizzarle (nel nostro sito trovate molte informazioni ma diciamo che un’aula costa attorno ai 1500 euro, una scuola prevede circa 10 aule, se possibile una tettoia per la cucina/mensa e 3 bagni). A volte anche un dormitorio perché si cerca di proteggere i bambini dallo sfruttamento minorile, le bambine da matrimoni precoci ed altri pericoli.

Quindi poi queste scuole una volta avviate, riescono a sopravvivere in autonomia o hanno bisogno di continuo supporto?

Una volta individuata, con l’aiuto del missionario, l’area di maggior bisogno e con le migliori caratteristiche iniziamo a costruire dalle persone del luogo le “aule” che formeranno la scuola (in questo modo diamo anche del lavoro). Spesso le persone che costruiscono le scuole sono di “tribù” diverse e questo obiettivo comune per i loro “figli” contribuisce a stemperare un po’ le conflittualità spesso forti. Poi cerchiamo di contribuire per provvedere al corpo insegnanti, a sostenere i bambini che non hanno nulla. Un po’ alla volta le scuole prendono forma e si popolano di bambini. La cosa importante è che raggiunta una massa critica queste scuole vengono gradualmente prese in carico dal sistema scolastico Kenyota diventando così una “loro” duratura “ricchezza”. Tengo a precisare che queste scuole seguono sempre i programmi e le modalità della scuola Kenyota, per noi questo è importante e fa parte della loro autodeterminazione. Per tutta questa operazione la persona chiave è il missionario che conosce il territorio, le autorità locali e le procedure per poter fare questo passo.

Se volessimo fare un bilancio di questi primi anni, in termini numerici ed in termini emotivi, cosa ci puoi dire?

Solo con il progetto “scuola” mi basta pensare che centinaia di bambini possono andare a scuola grazie al nostro contributo, che molti bambini sono stati sottratti al lavoro minorile, che tante bambine hanno potuto studiare.

Una volta partiti e superate le prime difficoltà, immagino che abbiate visto anche altri spazi su cui operare. tate pensando a qualche nuova iniziativa su cui impegnarvi?

In realtà diversi progetti sono partiti insieme. Diciamo che la “famiglia” dei progetti legati all’istruzione, intendendo anche la formazione, sono quelli nei quali crediamo molto.

Vi voglio però segnalare tre progetti in partenza (anche se il Covid ci impedisce di essere completamente operativi): uno di supporto ai dispensari sanitari con un software per la gestione degli stessi permettendogli così di operare in modo più efficace ed efficiente; sostenere e formare le persone ad intraprendere iniziative imprenditoriali con la realizzazione, ad esempio, di laboratori con strutture per l’artigianato, l’agricoltura e l’allevamento); realizzazione di “orti in zone semiaride” per dare la possibilità alle famiglie di sostenersi dal punto di vista alimentare.

Quindi, per questo progetto si sono aggregate persone di provenienza eterogenea accumunate dalla voglia di dedicare un po’ di tempo a questo progetto.
La diversità è quindi un valore, e immagino che ognuno abbia dato un contributo importante all’interno dei vari progetti.
Ci racconti la ricchezza appunto dell’attuale staff e magari quali competenze oggi avete capito che possono essere utili?

La diversità è importantissima perché ci permette di comprendere meglio la complessità della realtà. Siamo organizzati in modo tale che chiunque si può esprimere, presentare e portare avanti un progetto che sia ovviamente in sintonia con il “voler aiutare le persone”. Abbiamo molte competenze in modo particolare tecniche ma quello che realmente serve è l’entusiasmo e il desiderio di condividere un po’ della nostra fortuna. Tutti abbiamo un bagaglio di competenze anche se a volte le diamo per scontate.

Proviamo ad immaginare per un attimo che i nostri lettori vogliano avere qualche informazione in più o essere aggiornati nel tempo, o provare a dedicare a loro volta un po’ di tempo, a mettere a fattor comune alcune loro competenze, oppure anche solo a darvi il sempre utile supporto economico, come potrebbero fare?

Vi dirò quello che a me è stato detto ed è servito tantissimo, non è detto valga per tutti e non è neanche detto serva a tutti: “venite a toccare con mano”. Quando conoscerete e vedrete dove va il vostro impegno, tempo e denaro, diventerà il compagno di tutte le vostre giornate. Sarà più difficile gettare del cibo o buttare un vestito perché non ci piace più o è dell’anno scorso.

Ci vengono alla mente le parole di una missionaria keniota: “per chi riceve quella goccia può essere la vita o una opportunità fondamentale”.

Per chi vuole più informazioni le può trovare sul nostro sito, www.infinitiponti.com, dove troverete anche l’indirizzo di posta elettronica per venire in contatto con noi. Chi volesse può contattarmi direttamente al numero +39 3314414631.

Anche i più piccoli contributi economici sono utili per la realizzazione dei nostri progetti. Noi ci finanziamo con offerte, donazioni e con piccole feste/incontri “sociali”. Sul nostro sito ci sono tutte le informazioni e le modalità per farlo. Colgo l’occasione per ricordarlo anche qui: Banca: Banca Intesa San Paolo, Beneficiario: Infiniti Ponti onlus, IBAN: IT20Q0306909606100000004237, la Causale si può riferire ad un particolare progetto, ad esempio “Scuole”.  Oppure genericamente: Causale: Erogazione liberale a sostegno di Infiniti Ponti onlus.

Lavoriamo come volontari usufruendo del nostro tempo e auto finanziando tutte le nostre attività utilizzando cosi tutte le offerte e donazioni indirizzate solo allo scopo per le quali sono state destinate.

Vi ringrazio infinitamente per l’opportunità che date con questa intervista e vi aspetto.

Grazie Vincenzo, del vostro impegno e della vostra grinta, speriamo riusciate a realizzare i vostri progetti e ancora di più i vostri sogni trasformandoli in progetti concreti.

Sarà un piacere ospitarvi nuovamente sulle pagine di questo magazine per tenerci aggiornati su come procedono i lavori, e se anche attraverso questa intervista, abbiamo potuto contribuire in qualche modo a questa bella iniziativa.

Chiudiamo con un riflessione di Nelson Mandela riportata appunto dal sito www.infinitiponti.com “La mia più grande ambizione è che ogni bambino in Africa vada a scuola perché l’istruzione è la porta d’ingresso alla libertà, alla democrazia e allo sviluppo” 

Un grande in bocca al lupo a tutti voi!

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