24 Agosto 2022

Etruschi. Signori dell’Italia antica apre in Cina

di Redazione Cralt Magazine
Sono oltre 300 i reperti provenienti dal museo bolognese che tra agosto 2022 e marzo 2023 verranno esposti in due tappe, nelle città di Suzhou e Chengdu, per far conoscere l’affascinante civiltà etrusca ancora quasi del tutto sconosciuta in Cina

Ci sarà anche Felsina, l’antica Bologna etrusca sviluppatasi tra il IX e il IV secolo a.C., tra le iniziative inserite nel programma ufficiale dell’Anno della Cultura e del Turismo Italia-Cina 2022, rassegna sulla cooperazione internazionale nel settore turistico e culturale dei due Paesi, inizialmente indetto nel 2020 per le celebrazioni del 50esimo anniversario dei rapporti diplomatici e posticipato al 2022, causa pandemia.

Ad annunciarlo è il sindaco di Bologna Matteo Lepore, intervenuto questa mattina alla presentazione del progetto espositivo ETRUSCHI. Signori dell’Italia antica (ETRUSCANS. Lords of ancient Italy) - ideato e curato dal Museo Civico Archeologico di Bologna con l’organizzazione di MondoMostre - per augurare successo alle due tappe previste nella Repubblica Popolare di Cina: la prima, dal 25 agosto al 25 novembre 2022, sarà ospitata dal Wuhzong Museum di Suzhou, città situata a ovest di Shanghai nella provincia di Jiangsu, con una popolazione di oltre 10 milioni di abitanti, mentre la seconda, tra dicembre 2022 e marzo 2023, si svolgerà nella città di Chengdu, capoluogo della provincia sud-occidentale di Sichuan e una delle città più popolose dell'intera Cina con oltre 14 milioni di residenti.

Il nucleo principale della mostra è costituito dal prestito eccezionale di 303 reperti di altissimo valore storico e artistico provenienti sia dalle collezioni storiche del museo sia dai rinvenimenti effettuati durante gli scavi ottocenteschi a Bologna e nel suo territorio, a cui si affiancano 27 reperti appartenenti al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Tutti i materiali saranno per la prima volta esposti nella Repubblica Popolare di Cina.

Il percorso espositivo si compone di cinque sezioni tematiche che, a partire da quel composito mondo che fu l’Italia preromana, porta l’attenzione sugli Etruschi. I Rasna – come gli Etruschi chiamavano se stessi – per molti motivi, fra i quali certamente la precoce organizzazione urbana, ebbero un rilievo del tutto particolare nel quadro dei popoli dell’italia antica, tanto da essere ricordati dalle fonti storiche come il popolo che, prima di Roma, dominò quasi tutta la penisola.

Come raccordo tra la prima sezione introduttiva e la parte fondamentale dell’esposizione, un approfondimento permette, attraverso l’evocativo richiamo dei paesaggi dei principali territori etruschi e dell’idea di città come fondamentale elemento politico ed economico per la storia di questo antico popolo, di definire geograficamente l’Etruria nelle sue articolazioni e di raccontarne in modo semplice l’assetto “politico” e sociale, dando anche conto delle forme di produzione (artigianato, agricoltura, sfruttamento delle miniere, etc.) e di scambio (commerci e contatti con Mediterraneo, Asia Minore ed Europa transalpina).

Il cuore dell’esposizione analizza i principali aspetti della vita quotidiana nel mondo etrusco illustrando - attraverso la suggestione degli oggetti - costumi e attività di una donna e di un uomo, le cui raffigurazioni accolgono il visitatore per accompagnarlo nel proprio mondo. Scelte iconiche per la raffigurazione dell’uomo e della donna “ideali” sono le statuette in bronzo di devoto e devota dal territorio bolognese e i coperchi di sarcofago in terracotta da Napoli che raffigurano i defunti adagiati su letti da banchetto. Le tematiche affrontate spazieranno dall’ornamento e dalla cura del corpo, fino al culto religioso, che ebbe un ruolo fondamentale nella società etrusca fin dai suoi esordi.

La penultima sezione della mostra sposta l’attenzione dal mondo dei vivi a quello dell’Aldilà, presentando ricostruzioni e reperti che mostrino le credenze, i rituali e le aspettative oltremondane degli Etruschi in una sorta di ideale antologia nello spazio e nel tempo.

l percorso di visita si conclude con una copia perfetta della situla della Certosa, opera di Stefano Buson, già restauratore del Museo di Este: è uno degli oggetti più prestigiosi del Museo Civico Archeologico di Bologna che, per la sua importanza nella collezione bolognese e fragilità, non può viaggiare. Il vaso è composto da un'unica lamina di bronzo, decorata con scene figurate a sbalzo e ad incisione. Le scene figurate compongono un racconto distribuito su quattro registri: dall'alto al basso si vedono una parata di uomini armati, una processione di personaggi che recano vari utensili per il sacrificio e il banchetto, una gara musicale tra scene di caccia e di aratura e infine una sequenza di animali reali e fantastici. Come una moderna striscia illustrata, il racconto ripercorre la storia di una comunità etrusca della fine del VII - inizi VI secolo a.C. nelle sue tematiche essenziali: la guerra, la caccia, le attività di sussistenza, il consumo del vino, la musica, con un richiamo (nella fascia inferiore, gli animali fantastici) al mondo spaventoso e ignoto dell’Aldilà popolato da creature feroci.