07 Marzo 2022

Essere vicino alle persone, lontani dalla guerra

di Giuseppe Trelle
“Io non sono pacifista, io sono contro la guerra”

Cari soci e amici del Cralt sono Giuseppe Trelle consigliere nazionale del Cralt.

Mi sono deciso a scrivere queste poche righe, indirizzandole al direttore del nostro magazine, perché la tristezza che pervade il mio cuore in questi giorni credo sia la stessa che pervade tutti voi.

Le immagini che ci arrivano dal teatro di guerra ucraino, unite alle notizie di centinaia e centinaia di civili che rimangono vittime di quest’insensata ondata di violenza e quella parola orribile “guerra” che risuona costantemente e che invece non avremmo voluto mai ascoltare.

La mia generazione è quella che ha visto la luce dopo il secondo conflitto mondiale e già in tenera età ha avuto modo di assorbire e capire tutto il portato di dolore e distruzione che un conflitto porta con sé. Io nasco li dove passava la tristemente famosa ‘Linea G’.

Cassino aveva dovuto assistere inerme e terrificata ad uno degli atti più efferati della Seconda guerra mondiale che oggi si leggono sui libri di storia e sembrano appartenere alla preistoria. Non è così: quel mostro, l’oblio della ragione di cui si nutre la guerra è di nuovo qui.

Abbiamo vissuto sulla nostra pelle cosa significa subire una guerra che distrugge tutto quanto: case e persone che condividono la stessa tremenda sorte, proprio come sta avvenendo in questi giorni in Ucraina.

Pensavamo, eravamo convinti, che mai più l’uomo avrebbe potuto pensare alla guerra come soluzione di qualsiasi conflitto si potesse appalesare. Avevamo torto, evidentemente, e lo sconforto in cui questo ci getta prostrandoci intellettualmente ci fa aggrappare ad un unico pensiero che ci conforta: fare tutto il possibile per aiutare quelle popolazioni che oggi sono dilaniate dal conflitto che ha colpito le loro case.

Come Cralt siamo sempre stati attivi nel campo della solidarietà sociale, perfettamente integrati nel welfare di un’azienda che più e più volte si è rivelata assolutamente sensibile e partecipe della solidarietà. Oggi noi siamo impegnati in una partnership con la Comunità di S. Egidio che da sempre è in prima linea per assistere chi è meno fortunato e chi si trova in situazioni disagiate malgrado la sua volontà.

La Comunità di S. Egidio, cui devolviamo la nostra solidarietà tangibilmente elargita grazie a voi tutti nell’ambito del progetto INSIEME PER RIPARTIRE, è impegnata direttamente in Ucraina a Kiev come in tante altre città anche minori sparse sul territorio.

La mia esortazione è a stare sempre più vicini alla Comunità facendo sentire la nostra vicinanza all’azione da questa posta in essere con lo slancio che noi riusciamo sempre ad avere. Sono sicuro che accoglierete questa mia esortazione a donare con entusiasmo perché sapete, come me, che questo è uno dei pochi modi per stare vicino a quella popolazione – soprattutto a donne e bambini costretti a scappare e divenire loro malgrado profughi -.

Ricordiamo sempre e stampiamo nei nostri cuori quanto affermava Gino Strada, che di conflitti ne aveva visti tanti nel mondo: “Se la guerra non viene buttata fuori dalla storia degli uomini, sarà la guerra a buttare fuori gli uomini dalla storia”.