Partecipo da qualche anno ad una storica attività del circolo Toscana Liguria che nel mese di settembre mette in gara (non competitiva ovviamente) gli accaniti pescatori di fiume, di lago e di mare che da sempre legano l’aspetto sportivo alla goliardia dello sfottò e alla vacanza. Iniziata in campi di gara nell’arcipelago Toscano (Capraia in particolare), da anni oramai sfrutta la stagione turistica in chiusura della Sardegna per abbinare il bello della pesca settembrina a quello della vacanza relax. Ma non si scherza, attrezzature di primordine, esche preparate con dovizia di particolari e congelatori pronti ad ospitare il pescato. Come me molti altri non pescano, al limite guardano (con i commenti che non mancano mai) ma soprattutto vanno a conoscere i luoghi, le splendide spiagge e la realtà vicine.
Quest’anno il campo di gara è Alghero o meglio l’Alguer, Pais Català de Sardegna; già il titolo basterebbe a riempire l’articolo, l’Alguer in Catalano, s’Alighera in sardo, è conosciuta anche come la Barceloneta sarda ovvero "la piccola Barcellona". La città, la quinta della Sardegna per numero di abitanti, è stata a lungo una enclave catalana di cui ha infatti conservato la lingua, che qui si parla nella variante algherese. Ad Alghero ha inoltre sede istituzionale una delegazione della Generalitat de Catalunya, il governo regionale della Catalogna, recentemente agli onori della cronaca per l’arresto del presidente della regione indipendentista avvenuto proprio in terra sarda.
Ma Alghero è famosa anche per essere il capoluogo della Riviera del Corallo, nome che deriva dalla presenza nelle acque della sua rada della qualità più pregiata, quello rosso. Pescato da corallari subacquei, ma anche lavorato e poi venduto in loco è diventato un marchio di importanza economica e culturale, tanto che un ramo di corallo è inserito nello stemma della città. Solo questo? non vi sembra riduttivo oltre che scontato fermarsi qua? Certo, ma di Alghero, come di Bosa, le aspettative personali nella gita di fine estate erano alte, come del resto per la visita alle Grotte di Nettuno del promontorio di Capo Caccia; ovviamente tutte rispettate. Le sorprese vengono da quello che non ti aspetti e le occasioni non mancano perché siamo al centro di una riserva naturale di notevole pregio che si intreccia con territori ricchi di storia di risorse naturali e geologiche sorprendenti.
La base logistica per la settimana (villaggio turistico) è posta al centro del parco Naturale di Porto Conte, ma anche a due passi dalla Nurra una sub-regione storica nonché area agricola pianeggiante del nord-ovest della Sardegna, situata nel quadrilatero compreso fra Alghero, Sassari, Porto Torres e Stintino. Lasciando i pescatori alle loro prove ed ai tanto attesi sorteggi delle postazioni di gara, inizio ad alternare mare a curiosità turistiche.
Del resto, la baia di Porto Conte è un'insenatura naturale conosciuto al tempo dei romani come Nimpharum Portus, ovvero porto delle ninfe, è uno dei più grandi porti naturali del Mediterraneo, riparato dai venti di nord ovest. Per questo motivo ha sempre rivestito una grande importanza strategica nei secoli passati, fino anche ad ospitare negli anni Trenta del Novecento un idroscalo base di una la linea aerea civile, che utilizzò l’acqua per far decollare ed ammarare idrovolanti nelle rotte Roma - Porto Conte - Barcellona e Genova-Porto Conte-Cagliari-Tunisi. La parte costiera è formata da piccole insenature, da dirupi e dal lungo arenile della spiaggia di pineta Mugoni. Sono presenti e visitabili numerose testimonianze di epoca nuragica presso le località di Palmavera e Sant'Imbenia. In quest'ultima località sono stati ritrovati i resti di una villa romana.
Dalla fine del secolo scorso il luogo è sottoposto a protezione naturalistica nella zona terrestre e nella parte marina con l'area naturale marina protetta Capo Caccia - Isola Piana. Non va dimenticato quindi un percorso naturalistico all’interno dell’area “Le Prigionette” dove oltre alla tipica flora, alla morfologia del territorio e alla particolarità dell’ecosistema, importante è la presenza di fauna protetta. Usando accortezza e rispetto per la loro libertà, non è difficile imbattersi in asinelli (anche quelli bianchi dell’Asinara), cavalli, daini e cinghiali che vivono nella riserva.
La trasformazione del vicino territorio paludoso della Nurra inizia già verso la fine dell'Ottocento con la bonifica della laguna costiera del Calich grazie all'opera dei detenuti del vicino carcere di Alghero e della colonia penale di Cuguttu. L'opera prosegue negli anni Trenta con il terzo insediamento in architettura razionalista voluto dal regime (con Arborea e Carbonia) destinato ad ospitare la popolazione Veneta. Queste sono le origini del borgo di Fertilia che nasce per dare una risposta alla popolazione in eccesso della Provincia di Ferrara e diminuire le tensioni sociali. Dopo i primi arrivi di emigrati ferraresi, lo scoppio della Seconda guerra mondiale paralizzò di fatto l'opera di colonizzazione, così che la maggior parte degli edifici rimase di fatto inutilizzata. Nel dopoguerra sarebbero invece stati gli esuli di Istria e Dalmazia a popolare la borgata, facendola diventare un microcosmo simile a quello catalanofono di Alghero. Ne è preziosa testimonianza il museo Egea, dedicato all’esodo Giuliano Dalmata dove appassionate guide illustrano la storia della fuga, i disagi e l’integrazione dei nuovi arrivati che portano in Sardegna le loro tradizioni e la cultura di abili pescatori. La borgata è stata dedicata a San Marco e tutte le vie e le piazze richiamano luoghi o avvenimenti storici del Veneto e della Venezia Giulia; anche la locale squadra di calcio che gode di un periodo di gloria negli anni 60, ha come simbolo il Leone alato; così come il curioso il campanile della chiesa, che porta evidenti richiami ad analoghe strutture venete, la parte alta ricorda infatti il campanile della Basilica di San Marco a Venezia.
L’utilizzo di detenuti nelle zone di bonifica è testimoniato anche dallo stabilimento penale agricolo di Tramariglio di cui ho apprezzato il museo, testimonianza non solo architettonica ma documentale della vita dei reclusi/contadini. Prima delle opere di bonifica e di colonizzazione agraria la Nurra risultava essere una delle regioni meno densamente popolate d'Italia (con appena 5 ab/km²), dovuto probabilmente alla presenza della malaria, e, soprattutto, alla penuria di risorse idriche. Oggi il territorio conta un discreto numero di abitanti soprattutto apportati da Alghero, Stintino e Porto Torres.
Senza allontanare più di tanto il raggio dalla base residenziale, sono assolutamente da vedere la baia del Porticciolo, insenatura rivolta a sud ovest oasi di tranquillità (considerate che è settembre); la spiaggia di porto Ferro, insenatura profonda nella costa, al termine della quale si trova la spiaggia lunga due chilometri, con una sabbia di color giallo-rossastro da cui prende nome, e più a nord quella dell’Argentiera che geograficamente rappresenta il punto più occidentale della Sardegna. Attualmente fa parte del parco geominerario della Sardegna, ed inserisce nuovi moderati insediamenti accanto ai resti di archeologia industriale perché la zona è particolarmente ricca di giacimenti di minerali ferrosi, di piombo e zinco argentifero, sfruttati fino agli anni '60.
È passata così una settimana deliziosa anche per le ottime condizioni climatiche. E i nostri pescatori? Lascio la struttura per l’appuntamento con il traghetto e loro sono lì a celebrare i vincitori, somma di pesi e di numero di pesci (30 per il primo), i soliti sfottò per i meno profittevoli e poi una bevuta alla salute comune. Ma per quanto ho potuto capire sono tutti rimasti contenti dell’esperienza.