04 Aprile 2016

Roma: la Piramide di Cestio

di Redazione Cralt Magazine
E l’unico monumento superstite, di quelli che furono una vera e propria serie presente, a Roma nel I sec. a.C., quando si sviluppò una specie di “moda funeraria” che si rifaceva all’Egitto

«C.Cestivs L.P. Pob. Epvlo P.R.T.R.P.R.Vilvir Epvlonvm»

Questa è l’epigrafe che accoglie chi si accinge ad entrare nella ‘Piramide Cestia’ che troviamo presso la Porta S. Paolo a Roma. È, chiaramente, un edificio sepolcrale di circa 29 metri di lato per circa 36 m di altezza ed interamente ricoperto di marmo.

E' l’unico monumento superstite, di quelli che furono una vera e propria serie presente, a Roma nel I sec. a.C., quando si sviluppò una specie di “moda funeraria” che si rifaceva all’Egitto. Naturalmente, prende il nome da Caio Cestio che è ricordato nell'iscrizione che abbiamo riportato posta sul lato orientale del monumento: "Caio Cestio, figlio di Lucio, della tribù Poblilia, pretore, tribuno della plebe, settemviro degli epuloni"

Caio Cestio, uomo politico romano, membro del collegio sacerdotale degli epuloni, e dispose nel suo testamento che la costruzione del proprio sepolcro, in forma di piramide, avvenisse in 330 giorni. La piramide fu successivamente inglobata nella cinta muraria costruita tra il 272 e il 279 su iniziativa dell’imperatore Aureliano.

Alla camera sepolcrale, di circa 23 mq, si accedeva dal lato ovest della Piramide. La camera con volta a botte, fu murata al momento della sepoltura, secondo l’usanza egiziana. Al medioevo risale, con ogni probabilità, la prima violazione della tomba

La piramide è uno dei monumenti più caratteristici della città di Roma, ma sebbene ricordi le piramidi egizie è un monumento realizzato interamente “secondo gli usi romani”. I materiali, le dimensioni e la struttura sono tipiche dell’edilizia romana.

Le pareti sono decorate a fresco secondo uno schema decorativo a pannelli, all’interno dei quali si distinguono, su fondo chiaro, figure di ninfe alternate a vasi lustrali. In alto, agli angoli della volta, quattro Vittorie alate recano nelle mani una corona e un nastro; al centro in origine doveva essere una scena di apoteosi raffigurante il titolare del sepolcro.

La piramide di Caio Cestio è l’unica costruzione avente questa forma sopravvissuta sino al nostro tempo, ma non fu la sola opera piramidale realizzata a Roma nell’antichità. In una mappa di Roma dipinta da Alessandro Strozzi nel 1474 è possibile scorgere almeno due piramidi, quella di Borgo, allora ancora esistente, e quella di Caio Cestio.

Il restauro della cella sepolcrale è stato realizzato dalla Soprintendenza Archeologica di Roma nel 2001.

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