16 Novembre 2017

Una giornata a Roma

di Redazione Cralt Magazine
Trastevere è l’adattamento della locuzione latina trans Tiberim (= oltre il Tevere) ed è ritenuto il quartiere più autenticamente romano

Roma Caput Mundi, Roma città eterna, tutte le vie portano a Roma. Ne potremmo recitare altri cento di frasi del genere e non sbagleremmo mai di sicuro ed è per questo che la capita resta una delle mete sempre più ambite per le visite anche di una sola giornata che il CRALT organizza per i soci provenienti dalle più svariate regioni d'Italia. Questa che vi raccontiamo s'incentra su Trastevere e dintorni.

Trastevere è l’adattamento della locuzione latina trans Tiberim (= oltre il Tevere) ed è ritenuto il quartiere più autenticamente romano, perché è quello che nei monumenti, nella sistemazione urbanistica, nelle consuetudini degli abitanti è rimasto il più autentico conservando al meglio gli aspetti della tradizione e della storia di Roma.

Il suo tessuto urbano, ricco ancora oggi di locali tipici e mercati, si dipana in un vasto reticolo di vicoli intorno alla piazza principale di Santa Maria in Trastevere, mantenendo forse più di ogni altro punto di Roma l’aspetto di un borgo, praticamente un paese Inglobato all’interno di una città. Nell'antica Roma questa era la zona riservata alle comunità orientali, siriache e ebraiche in particolare.

In età altomedievale la comunità ebraica si trasferì lentamente sull’altro lato del fiume  e il Trastevere rimase piuttosto disabitato. Per questo il rione ha conservato nei secoli le caratteristiche delle origini, cioè un aspetto meno monumentale e forse anche precario che lo distinguevano dal resto della città: un intrico disordinato di case e casupole distribuite in un groviglio di vie e viuzze orientate lungo la linea del fiume Tevere e nel mezzo le antiche chiese di Santa Cecilia, Santa Maria in Trastevere e di San Crisogono che svettavano su tutte le altre costruzioni.

Dall’altra parte del fiume, attraversata l’Isola Tiberina, l’antico guado utilizzato in origine anche dai primi fondatori di Roma, si raggiunge l’antico e pittoresco quartiere del Ghetto il quale, oltre ad evocare le vicende del popolo ebraico di Roma, è il luogo dove ancora bellissime emergono le testimonianze archeologiche della prima età imperiale con i resti del Portico d’Ottavia e del Teatro di Marcello mescolate a riadattamenti architettonici cinque-secenteschi.  Ora il Portico d’Ottavia è diventato un quartiere molto frequentato dai turisti, meta culinaria per i suoi numerosi ristoranti specializzati nella cucina ebraico-romanesca.