12 Ottobre 2016

Trekking Umbria - 2

di Redazione Cralt Magazine
Nell’area della montagna folignate, lungo la strada statale 319 sellanese, a oltre 600 metri di altitudine, si trova Rasiglia, un luogo perso nel tempo

L'Umbria è da sempre considerata il cuore verde, i paesaggi che si possono ammirare sono ricchi di natura e c'è una grande cura del verde.

Anche le case degli abitanti hanno i giardini molto curati e tutte le vallate sono ricche di prati verdi, distese di fiori e campi di girasoli. Infinite ondulazioni di colli formano il tipico paesaggio umbro: dossi fertilissimi punteggiati di antichi borghi e case coloniche si stendono a perdita e chiudono dolcemente l’orizzonte dei bacini alluvionali e dei grandi solchi vallivi: la Valle Umbra.

È il celebrato paesaggio agrario delle viti e degli ulivi, delle piantagioni di tabacco, degli ordinati coltivi ravvivati dalle macchie gialle dei girasoli. Un parco regionale ne tutela i delicati equilibri idrologici e biologici, estendendo la tutela anche alle tre isole emergenti dall’acqua e alla corona di dolci colline che lo racchiudono. 

Nell’area della montagna folignate, lungo la strada statale 319 sellanese, a oltre 600 metri di altitudine, si trova Rasiglia, un luogo perso nel tempo. Rasiglia è uno i quei borghi poco conosciuti dove difficilmente ti fermeresti passando per la statale sellanese, ignorando che al suo interno si cela uno spettacolo incantato e straordinario, un luogo perso nel tempo fatto di corsi d’acqua e zampillii, una preziosa presenza d’acqua che ha scandito per secoli la vita di tutta la comunità. 

La sua ragione d’essere è l’acqua. Dalla fragorosa sorgente di Capovena sembra scaturire tutto l’abitato che si dispiega, secondo la disposizione naturale, ad anfiteatro e sorge come borgo necessario alla rocca che, ancora forte del suo antico ruolo, sovrasta con l’alta mole le molte case, strette tra loro in una solidale vicinanza.