19 Novembre 2019

Pompei e la Villa dei Misteri

di Redazione Cralt Magazine
L'1 Dicembre con il Cralt Lazio Molise per visitari due must della cultura archeologica italiana

Pompei non è solo un ritrovamento archeologico imponente e di grandissimo rilievo culturale, Pompei è il nostro passato, è la possibilità di conoscere questo passato toccandolo con mano nella sua esplicitazione più complessa: una vera città ci si propone con tutta la sua maestosità e tutto il suo portato di usi, costumi, arte, cultura società. Visitare Pompei, Villa dei Misteri ne è parte integrante eppure gemma che risplende anche di vita propria, è un'esperienza unica!

La Villa dei Misteri deve il suo nome a uno straordinario ciclo di affreschi che adorna la sala del triclinio. Questi affreschi sono sostanzialmente a grandezza naturale e sono posti lungo tutto il perimetro interno della sala. Avvolgono il visitatore in un antico abbraccio.

Gli affreschi di questa villa costituiscono ancora oggi un terreno scivoloso per quanto riguarda l’interpretazione della critica d’arte. Sicuramente essi rappresentano un rito di iniziazione ai misteri dionisiaci, per quanto ad una più attenta analisi si può comprendere come la critica tradizionale dia delle spiegazioni poco convincenti di alcune parti di esso.

In questo fregio pittorico appunto assistiamo all’iniziazione dionisiaca di una bambina, la quale dalla prima scena ci pare poco incline a prendere questa strada. Il ciclo continua portando avanti la narrazione dell’iniziazione di questa bambina, nel frattempo diventata fanciulla, che nolente manda avanti il rito (come si può percepire dall’incurvatura, spesso verso il basso, della bocca).

Assistiamo dunque a un climax in questo dipinto, dove troviamo sostanzialmente una repulsione per la vita dionisiaca e anche rassegnazione. Nel contempo però vi ritroviamo una mirabilissima rappresentazione del II stile pittorico pompeiano, con i suoi accesi colori che ci sono stati restituiti grazie al più recente restauro.

Il restauro ha però forse appiattito i viola che caratterizzano le vesti delle devote a Dioniso. Queste sfumature erano state mantenute pressochè inalterate nei precedenti restauri novecenteschi, mentre ora appaiono sostanzialmente scomparse. Il colore viola è inoltre un altro dato importante per comprendere questo dipinto, in quanto rappresenta per eccellenza il colore del vino.

Per i dettagli tecnici collegarsi e loggarsi a https://www.cralteventi.it/module/commessa/?id=8956 

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