07 Novembre 2019

Nisida, fra bellezza e solidarietà

di Roberta Di Paolo
Le storie di riscatto dei ragazzi hanno toccato il cuore e lasciato intravedere una speranza, un futuro per chi ha sbagliato ma ha voglia di rimettersi in gioco

Una domenica meravigliosa a Nisida nel golfo di Napoli: un'esperienza densa di insolite emozioni vissute grazie alla voglia di riscatto dei ragazzi detenuti su questo isolotto, o “scoglio”, come ha scritto uno di loro sulle tante steli dislocate lungo i sentieri e che costituiscono una sorta di “parco letterario”, un coro di voci che mette insieme detenuti e letterati del passato e del presente e che racconta l’essenza di questo luogo, tra mito e storia.

Ad accoglierci un ricchissimo aperitivo in terrazza preparato da Monelli tra i fornelli Onlus, la cooperativa sociale costituita dai ragazzi di Nisida in regime di semilibertà, a cui è stato donato gran parte del ricavato della giornata. A seguire, nella sala conferenze, a darci il benvenuto sull’isola, solitamente chiusa al pubblico, per ovvie ragioni di sicurezza, la dottoressa Roberta Rao, dirigente del Centro Europeo di Studi di Nisida, un osservatorio sui fenomeni della devianza minorile nel vecchio continente, e rappresentante per l’occasione del dr. Gianluca Guida, direttore dell’Istituto Penale per i minori di Nisida.

La sua accorata descrizione del progetto “EducArte” e delle tante iniziative tese all’inclusione di questi ragazzi ha aperto lo sguardo su una realtà a molti ignota. Lo stesso dicasi per l’intervento di Dino Gravina, presidente della Cooperativa sociale Nesis – Amici di Nisida Onlus, da anni impegnato nel promuovere i laboratori di ceramica tra i ragazzi del carcere quale concreta opportunità di sviluppo lavorativo, una volta usciti da Nisida: le storie di riscatto dei suoi ragazzi hanno toccato il cuore e lasciato intravedere una speranza, un futuro per chi ha sbagliato ma ha voglia di rimettersi in gioco. Dopo l’intervento del dr. Andrea Montanaro, vulcanologo del Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e delle Risorse dell’Università Federico II di Napoli, che ci ha accompagnati in un immaginario viaggio nei Campi Flegrei, i ragazzi di VIVIQuartiere hanno concluso questa prima parte della mattinata presentando a tutti noi le attività de La Bottega del Sorriso, un centro ludico-sportivo e culturale che dal 2016 ospita circa 150 bambini dei quartieri Materdei, Fontanelle e Sanità, zone ad alto rischio criminalità e caratterizzate dall’elevata dispersione scolastica dove, attraverso lo sport, il teatro, la musica, offrono loro occasioni di sano svago e di crescita ed un concreto supporto alle loro famiglie.

Un impegno sul territori che li vede protagonisti dal 1994 e che, in occasione del 25° anniversario dell’associazione, sarà raccontato nel primo libro della collana La Napoli che non ti aspetti, dedicato a Materdei, pubblicazione autofinanziata e che sarà presentata entro la fine dell’anno. La giornata è proseguita con i Monelli tra i Fornelli, che ci hanno accompagnato con prelibatezze preparate dalle loro mani, quelle stesse mani che non vogliono più compiere reati ma solo cogliere le buone opportunità offerte dalla vita. I loro manicaretti hanno fatto da trait d' union tra i momenti di danza, teatro, canti popolari ed antiche melodie della canzone napoletana, aneddoti ed interpretazioni sul tema dell' inclusione, tutto ben concertato da una meticolosa e pertinente regia dell' associazione Viviquartiere.

Gli Alunni del Sole, questo il titolo della coreografia ideata da Stefania Contocalakis per i danzatori del suo Modern Aadvisor Dance Project su musiche di R. De Simone, P. Daniele, Piccola Orchestra Avion Travel, C. Merolla, R. Veno, L. Cannavacciuolo. “Il proprio sé è ben nascosto da se stessi; di tutte le miniere di tesori, quella del sé è l’ultima ad essere scavata” scriveva Friedrich Nietzsche, ed il "Conosci te stesso" è stato l’invito rivolto a tutti i partecipanti da questo spettacolo: un viaggio, un auspicio, una possibilità, una speranza, un percorso che, attraverso la danza, il teatro e la musica, ha evocato l'osservarsi e l'ascoltarsi, in modo semplice, naturale, partendo dal gesto quotidiano, dallo sguardo distratto allo specchio, dall'emozione ricorrente, dalla parolaL'apertura agli altri ed al contesto, qualunque sia il panorama, il confronto diretto, la relazione: è questo il binario guida che ci deve aiutare a percorrere il nostro viaggio, pagando il giusto biglietto, per dirla con le parole del grande Eduardo De Filippo, ma godendo così anche appieno dello spettacolo. Ed Eduardo, grande sostenitore dei ragazzi del Carcere Minorile Filangieri prima e Nisida poi, con la sua fondazione portata avanti anche dopo la sua morte dal figlio Luca e dagli eredi, è stato il protagonista delle performance teatrali.

I figlio so’ figli, e devono essere tutti uguali”: da queste parole dell’emozionante monologo di Filumena Marturano si deve partire, come dalle amare riflessioni così tristemente attuali suscitate da De Pretore Vincenzo o dai commuoventi versi di Je Vulesse Truvà Pace , se si vuole realmente comprendere la parabola di questi giovani reclusi. La prosa ed i versi riproposti da Giuseppe, Anna Paola, Imma e Rosario della compagnia teatrale Scugnizzi ‘E Mò, sottolineati dalle coinvolgenti musiche originali di Carlo Contocalakis, chitarra, flauto e voce, e da Alessandro Colmaier, chitarra e voce, o dai grandi classici della tradizione napoletana riproposti da Fulvio De Innocentiis, chitarra e voce, e da Andrea Bonetti, fisarmonica, hanno creato un' atmosfera di convivialità e simpaticissima partecipazione trasformando tutti noi, ed eravamo davvero in tanti, da spettatori ad attori e cantanti.

La passeggiata al calar del sole, lungo il sentiero che dalla cima conduce sul mare, nella paradisiaca insenatura di Porto Paone, con le sue leggende e le sue storie raccontate dalle guide dell’associazione VIVIQuartiere, sono stata la degna conclusione di questa meravigliosa giornata, il cui scenario è stato uno dei più belli al mondo: il golfo di Napoli e la sua voglia di riscatto!!


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