31 Agosto 2017

Marelongu

di Gianni Tortoriello
Le tematiche sociali sono così connaturate con le attività del Cralt che, quando ci è capitata l'occasione di potervi offrire la visione di un cortometraggio di un collega siciliano, ci è parso subito giusto trattarlo partedo da questa intervista al regista ed autore

E' un tema caldo, forse il tema più caldo di questa estate torrida e non solo: le migrazioni, i migranti e tutto il portato sociale che questo fenomeno porta con se. Le tematiche sociali sono così connaturate con il Cralt  che quando ci è capitata l'occasione di potervi offrire la visione di un cortometraggio di un collega siciliano ci è parso subito giusto trattarlo partedo da un'intervista al regista ed autore dello stesso per capire cosa lo avesse mosso a girarlo.

Non siamo portatori di nessuna tesi precostituita, noi facciamo solo il nostro mestiere che è quello di raccontarvi dei fatti, delle storie e questa volta è una storia di vita vissuta che è solo un tassello nell'enorme mosaico delle migarzioni che sono, invece, una realtà che impone serie riflessioni per evitare pericolose derive.  

Cominciamo col presentare il regista: Francesco Giordano è nato il 16 giugno 1960 ad Augusta in provincia di Siracusa. E’ giornalista pubblicista dal 2008, collaboratore continuativo con il Giornale di  Sicilia fino al 2016. Appassionato di video, gli piacciono film di azione, documentari  naturalistici e paesaggistici, reportage e teatro. E’ alla sua prima esperienza nella  realizzazione di un cortometraggio. “MARELONGU” è stato realizzato con la collaborazione della collega giornalista  Cettina Saraceno del Giornale di Sicilia, da molti anni profonda conoscitrice del  fenomeno migranti ad Augusta e autrice dei testi e della fotografia, è stato presentato  al Festival internazionale del cinema di frontiera di Marzamemi, Pachino, (Sr), Sicilia.  Selezionato e proiettato in pubblico durante la manifestazione, tra i cort metraggi  fuori concorso. Ecco cosa gli abbiamo chiesto.

Cosa le ha ispirato questo corto?
L’esigenza personale di volere realizzare un cortometraggio, in genere, nasce qualche anno fa. L’ispirazione, nella fattispecie di “MARELONGU”, è nata dalla voglia di raccontare una storia vera sull’immigrazione con la collaborazione di Cettina Saraceno, giornalista, che si conclude a lieto fine. Al contrario delle tantissime altre storie, che invece si concludono tragicamente.

E’ la sua opera prima?
Questa è la mia opera prima, girata, montata e iscritta ad un concorso internazionale  del cinema di frontiera in poco più di 20 giorni.

Affrontare un tema come quello delle migrazioni non è facile, la storia che racconta è  un caso isolato o pensa che la strada dello sport possa essere davvero una chiave per l’integrazione?
Il tema sull’immigrazione non è cosa facile da affrontare né tanto meno da risolvere. Non ho la presunzione di sapere se lo “sport” possa essere un modello vincente da seguire per ogni immigrato che arriva sulle nostre coste, disidratato, affamato, il più delle volte solo (molti i minori non accompagnati), che sbarcano in condizioni di assoluta precarietà e che devono fare da subito i conti con una realtà ancora poco avvezza al tema della immigrazione/integrazione. Non tutti i minori, come Modou Danso, hanno avuto la fortuna di integrarsi perfettamente in una realtà come Augusta e trovare nello sport un motivo valido per andare avanti e vivere  dignitosamente la propria esistenza. Certo è che questa per me è una storia vincente.

Come si pone in genere la gente, secondo lei. nei confronti del fenomeno migrazioni?
Io vivo in una cittadina di poco più di 35 mila abitanti, una realtà piccola se confrontata con altre realtà metropolitane dove il fenomeno si amplifica notevolmente e i problemi pure. Nel mio paese devo dire che i cittadini, maggiormente il genere femminile, riuniti in associazioni di volontariato, privati e la preziosa presenza delle chiese, si adoperano per fare sì che queste persone molto disagiate, trovino la loro  dimensione di vita. C’è parecchia coscienza umana sotto questo aspetto. Questo si.

Ha in cantiere altri lavori come questo, o di diversa ispirazione
Ho tante idee anche diverse da “MARELONGU” che potrebbero tramutarsi in  lavori. Sono ancora alle prime armi, ma ho tanta voglia di imparare, questa passione  mi nel storie in video e mi gratifica. Spero di riuscirci migliorando sempre di più  anche in futuro.

“MARELONGU” la trama:
Modou Danso ha vent’anni, è originario del Gambia ed è un giovane migrante. E’ arrivato al porto commerciale di Augusta, (Siracusa) proprio al punto di sbarco in Italia per i migranti, il 14 febbraio 2014, il giorno in cui compiva 17 anni, salvato dal barcone in cui viaggiava da una delle navi della Marina militare impegnate nell’operazione umanitaria “Mare nostrum”. E’ uno dei tantissimi minori non accompagnati, che preferiscono abbandonare il proprio paese e la propria famiglia e da soli si mettono in viaggio alla ricerca di un futuro migliore. Per arrivare per lo più in Sicilia e in particolare ad Augusta. Poteva arrivare ovunque, ma il destino lo ha portato ad Augusta dove ha realizzato il suo sogno. Fare il calciatore. Insieme a tanti suoi coetanei dopo il soccorso è stato, infatti, trasferito al Palajonio, l’impianto  sportivo dove si disputano le partite di calcio a 5 di serie A, trasformato  eccezionalmente e per l’occasione in un centro di accoglienza emergenziale per  MSNA. Qui è stato notato dalla dirigenza della società che lo ha voluto con sé, conquistandosi il posto da titolare nell’Under 21 e collezionando varie presenze nella  prima squadra che milita nel campionato nazionale di serie A2.

Eccovi, dunque il corto.

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