12 Febbraio 2016

Lecce, fior di barocco

di Redazione Cralt Magazine
Tra i vicoli della capitale del Salento, alla scoperta del barocco leccese
Un tempo il tacco d’Italia veniva chiamato finibus terrae, perché è qui che terminava la cristianità: oggi, questo magnifico territorio si è trasformato nel “magico” Salento, terra disule, mare e jentu. Lecce ne è diventata la capitale indiscussa per la quale hanno perso la testa Italiani e stranieri: non a caso la “Firenze del sud” è stata capitale italiana della cultura 2015 ed eletta più volte nella top 10 Lonely Planet.
Ma dove viene quest’appellativo “Firenze del sud”, che spesso fa infuriare scherzosamente i locali, pronti a definire la città dei Medici la “Lecce del nord”? Il segreto è tutto nelle architetture del barocco leccese!Lo stile barocco esplose in Italia tra il VII e il XVIII secolo negli ambienti artistici della Capitale, ove gli artisti scelsero di rifuggire dai modelli classici per scegliere forme più elaborate e complesse. A Lecce lo stile barocco si affermò a metà Seicento, grazie ad architetti locali come Giuseppe Zimbalo e Giuseppe Cino, che seppero valorizzare la pietra leccese, calcare tenero e dai toni caldi, ideale per la lavorazione dei maestri scalpellini. L’impulso venne soprattutto dalle autorità religiose cittadine, come ad esempio il vescovo Luigi Pappacoda, per poi diffondersi anche nelle residenze private.
Una passeggiata tra i vicoli leccesi è, di per sé, un’immersione nel barocco salentino, ma per essere certi di non perdere nulla ecco le pietre miliari che un visitatore non potrà certo perdere:
-Basilica di Santa Croce
Avente rango di basilica minore, si distingue per la sua facciata a fusto liscio, il portale maggiore ornato con colonne corinzie e telamoni circondati da figure grottesche e mitologiche. Pregevole la balaustra contraddistinta da 13 putti che sorreggono i segni del potere spirituale e temporale;
-Palazzo del Governo
Detto anche Palazzo dei Celestini, spicca per la sua facciata arricchita da due loggette, le sue finestre riccamente ornate e un portale d’ingresso decorato con putti e grappoli di frutta;
-Duomo, a croce latina, spunta luminoso nell’omonima piazza. La sua particolarità è quella di avere due prospetti: il primo, frontale, semplice, recante le statue dei Santi Pietro e Paolo; il secondo, settentrionale, ricco ed esuberante, reca le statue dei Santi Giusto, Fortunato e Oronzo, patroni della città. Svetta sulla piazza il campanile, alto 72 metri, dal quale,nei giorni limpidi, è possibile scorgere l’Adriatico;
-Seminario
Adiacente il Duomo, ne completa la struttura. Venne costruito a immagine e somiglianza del Palazzo dei Celestini. Si distingue per le bugnature dei due piani inferiori;
Da non perder, poi, il circuito delle chiese barocche per cui Lecce è nota anche come città delle cento Chiese: Santa Irene, Santa Chiara, San Matteo, la Chiesa del Carmine, San Giovanni Battista, la Chiesa del Gesù e la Chiesa delle Alcantarine,tutte molto simili nella struttura e nelle decorazioni.
Il consiglio migliore per ammirare queste meraviglie? Perdersi nel groviglio intricato ma accogliente dei vicoli leccesi, magari al tramonto, quando i raggi del sole incendiano la pietra delle sue bellezze.

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