20 Aprile 2020

La vita avventurosa delle statue

di Redazione Cralt Magazine
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Nelle nicchie nel cortile di Palazzo Ducale che le hanno ospitate per secoli, ognuna nella sua, ci sono le copie di bronzo. Gli originali, le tre sculture marmoree a piena altezza dei progenitori Adamo ed Eva e del Guerriero , che nacquero e trovarono posto nella facciata dell'Arco Foscari nella seconda metà del Quattrocento, oggi mostrano tutto il loro splendore nella Sala dello Scrutinio. Hanno avuto vita avventurosa, come del resto il loro autore Antonio Rizzo, forse il migliore scultore del secolo, sicuramente lo scultore veneziano più menzionato dagli autori suoi contemporanei. Ma andiamo per ordine.

Le tre statue, campioni dell'arte rinascimentale veneziana, sono state all'aperto per secoli, ma la prima testimonianza archivistica su di loro è del 1709, quando in Senato si denuncia il degrado di Palazzo Ducale, in particolare del cortile. Dove in occasione delle elezioni o della carnevalesca caccia dei tori si costruivano palchi provvisori, con gli spettatori che facilmente si arrampicavano sulle statue dell'Arco Foscari, che non di rado finivano con "teste, brazzi e mani" spezzati. Nel 1823 i documenti registrano un intervento di rimozione di nidi di rondini durante il quale una scala viene appoggiata alla statua di Eva, e le spezza un braccio. Già nel 1725 sono oggetto di pulizia, rifacimento di pezzi mancanti e stuccature, da parte dello scultore Antonio Corradini. Un altro restauro viene fatto nel 1845 a opera di Pietro Lorandini.

Adamo, Eva e il Guerriero (detto anche Marte ) vennero rimossi la prima volta, tutti insieme, nel 1917. Dal 1915 l'Italia è in guerra e le statue sono coperte di sacchi di sabbia, come la Scala dei Giganti, ma dopo Caporetto le opere d'arte più importanti di Venezia vengono in fretta portate via dalla città, le tre statue vanno a Pisa. Tornano in laguna due anni dopo, nel 1919, nelle loro originarie postazioni: per primo il Guerriero , Eva e Adamo per qualche mese restano a terra, date le loro condizioni non ottimali.

La prima a essere trasformata in bronzo è Eva. Nel 1920 la copia prende il suo posto, l'originale va al coperto nel Palazzo. Nel 1940 altra guerra: Adamo e il Guerriero finiscono in un locale blindato a pianterreno. Nel 1947 l'allora suo direttore cerca i circa 300 kg di bronzo per la copia di Adamo, e li chiede alla Marina Militare. Il bronzo dei cannoni vecchi almeno di 50 anni è quello giusto per la statua, riesce a ottenerlo nel 1953, la copia va nella facciata Foscari e Adamo si ricongiunge a Eva. Sono raggiunti poco dopo dal Guerriero, anche lui sostituito da una copia in bronzo. Negli anni seguenti sono esposti insieme in diverse sale a Palazzo, dagli anni Ottanta nel Liagò.

Nel Liagò di Palazzo Ducale le tre statue di Antonio Rizzo sono state dal 2015 pazientemente restaurate, in uno spazio diviso dal pubblico da una parete trasparente. Dopo le analisi al CNR di Milano con tecniche innovative al laser è stata rimossa la patina grigia e nera accumulata nei secoli. L'intero processo è stato eseguito dal restauratore Jonathan Hoyte  con la direzione tecnica di un comitato scientifico composto da Fondazione Musei Civici di Venezia, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna, Opificio delle Pietre Dure di Firenze, Scuola Normale di Pisa, e finanziato da Venetian Heritage.

La fama di Antonio Rizzo era grande e le statue erano già considerate capolavori del Quattrocento, eppure l'attribuzione al loro vero autore avvenne solo un paio di secoli dopo. La bizzarria è dovuta a un errore di Giorgio Vasari, che nel Cinquecento attribuì le statue dei progenitori a un quasi omonimo del Rizzo (il padovano Andrea Briosco detto il Riccio), nonostante la firma di "Antonio Rico" nel basamento della statua di Eva. Per il Guerriero la giusta attribuzione arrivò addirittura solo a metà dell'Ottocento.

Nato presumibilmente a Verona, Rizzo arriva a Venezia un po' prima del 1465, dove visse sempre nella Parrocchia di San Giovanni Nuovo. Nel 1469 diventa capo scultore dell'Arco Foscari, nel lato che guarda sul cortile di Palazzo Ducale. Lì trova posto il Guerriero, probabilmente la prima delle tre statue a prendere forma e posto, seguita da Adamo e Eva che invece stanno di fronte alla Scala dei Giganti. Nel 1485 diventa protomaestro di Palazzo Ducale. Tra questi due eventi Antonio Rizzo è anche autore della tomba del doge Niccolò Tron in Santa Maria Gloriosa dei Frari, è iscritto nella Scuola Grande di San Marco che gli commissiona scalinata e pulpito per la confraternita, riceve dal doge Moro l'incarico di realizzare tre altari nella Basilica di San Marco, solo per citare alcune importanti imprese veneziane, e partecipa personalmente alla difesa di Scutari assediata dai Turchi, costruendo mura difensive e palle di cannone. Rientrato a Venezia si dedica alla ricostruzione dell'ala destra di Palazzo Ducale, distrutta da un incendio. Dalla città lagunare nel 1498 Rizzo fugge dopo aver venduto tutti i suoi beni, dato che proprio controllando i conti della ricostruzione di Palazzo Ducale due senatori si accorgono della sparizione di una somma ingente, di cui Rizzo viene accusato. Fugge in Romagna, ma della sua fine non abbiamo notizie.
Una fra le prime e più importanti guide illustrate di Venezia è il libro Il Forestiere Illuminato, un piccolo volume (un tascabile diremmo oggi) stampato da Giovanni Battista Albrizzi nel 1740 e ricco di incisioni. Contiene una narrazione di Venezia divisa in sei giornate ed era destinato a un visitatore colto, anche giovani politici europei in viaggio lo leggevano per avere una visione completa della città.