05 Marzo 2016

Il suino nero dei Nebrodi, salvaguardia e mantenimento delle razze autoctone

di Giovanni Corsaro
Questo animale si differenzia rispetto agli altri suini oltre che per  il colore della pelle, per le dimensioni più piccole, per la resistenza alle malattie ed alle avversità climatiche e soprattutto per l’elevata qualità delle carni

Nelle domeniche di maggio,  probabilmente nella seconda metà del  mese,  il Collegio Territoriale Siciliano organizzerà delle giornate alla riscoperta delle nostri  tradizioni agricole e d’allevamento, nonché di conoscenza delle eccellenze del territorio.

Il nostro Collegio, da tempo, collabora con una delle principali aziende di alimentazione “a filiera corta” strettamente legata al territorio, in particolare con l’Azienda dei Fratelli Borrello, chiocciolina d’oro Slow food per tre eccellenze : per i prosciutti e salumi del suino nero, la provola nebroidea  e l’oliva minuta dei Nebrodi.   

L’Azienda in questione è ubicata tra i Nebrodi   per la precisione tra comuni di Sinagra, Raccuja ed Ucria ( ME),  include la trattoria aperta al pubblico ( tra Sinagra ed Ucria), la fattoria sita dall’altro lato della vallata ( tra Sinagra e  Raccuja) con relativi caseificio e prosciuttificio artigianale.

Le nostre visite si concentreranno sulla loro fattoria capofila per la riproduzione del suino nero in pien’aria, questo animale si differenzia rispetto agli altri suini oltre che per  il colore della pelle, per le dimensioni più piccole, per la resistenza alle malattie ed alle avversità climatiche e soprattutto per l’elevata qualità delle carni; questa fattoria è figlia di un progetto pilota che tra i vari soggetti ha anche l’Università di Messina e l’Unione Europea, quest’ultima in un’ottica di salvaguardia delle razze ha posto particolare attenzione al mantenimento ed alla riproduzione delle razze autoctone  del suino, come la pata negra andalusa ed il suino nero dei nebrodi, infatti i fratelli Borrello spesso sono invitati a dimostrare le loro lavorazioni con i relativi prodotti in vari stand europei.

La fattoria in questione, immersa nei boschi dei Nebrodi, è composta nella parte bassa da una serie di lotti, ognuno di ca. 500 mq. , nei quali sono stati costruiti dei piccoli casotti con pietre ammassate ( 6/7 mq.) nel pieno rispetto di queste antiche costruzioni a secco; la loro funzione è quella di ricoverare la scrofa nei due mesi pre e post partum, in modo da farla partorire e svezzare i suoi cuccioli in piena natura, nutrendosi con le ghiande cadute dagli alberi.

Nella parte superiore  della fattoria vi sono altri animali, i principali sono agnelli, vacche, pecore,  capre di razza “girgentana”, l’habitat vegetativo è composto da funghi e soprattutto da alberi d’ulivo, ciliegie, nocciole ed altri ancora; vi sono anche il caseificio artigianale nel quale producono la provola nebroidea, il prosciuttificio nel quale conservano, solamente con l’aggiunta di sale, i prosciutti dei suini neri che grazie all’eccellente microclima della vallata, avvolta nei boschi e bagnata dai fiumi, chiusa a nord dai monti Nebrodi e poi dall’Etna  invece a sud dalla spiagge della costa tirrenica di Capo d’Orlando.

La fama e l’elevata qualità di questi prodotti ha fatto si che gli stessi siano stati invitati in varie fiere e mostre internazionali e  nazionali, tra le quali si citano il salone del gusto di Terra Madre di Torino e la Fiera di Roma.

Numerosi e continui sono stati i riconoscimenti  ricevuti dalla stampa (La Repubblica  ed  Osterie d’Italia), associazioni specializzate ( Slow food , Gambero rosso e Cronache di gusto),televisioni tra le quali si citano brevemente solamente quelli dell’emittenza pubblica:  servizi Rai 1 Linea verde, Rai 2 Sereno variabile,  TG2 Dossier,  TG 2 Insieme e TG 1 delle 20,00 del 19/12/2010 sulle tradizioni culinarie regionali.

Attività correlate: