20 Febbraio 2020

Guelfi e Ghibellini a Firenze

di Redazione Cralt Magazine
Il collegio territoriale del Cralt Toscana e Liguria organizza una passeggiata guidata alla scoperta delle famiglie Guelfe e Ghibellini di Firenze

Firenze al solo pronunciarla evoca scenari di un'epoca antica e cantata da tanti poeti di quell'aspra contrapposizione che si visse nella città medioevale e che tanto appasionò le genti toscane.

Come si poteva non proporre una passeggiata guidata alla scoperta delle famiglie Guelfe e Ghibellini attraverso le case che abitarono, le torri che innalzarono e quelle che furono distrutte. Scopriremo i retroscena di famiglie illustri e soprattutto meno conosciute che innescarono una serie di lotte che insanguinarono Firenze tra il 12 e il 14 secolo.

«La casa di che nacque il vostro fleto,
per lo giusto disdegno che v'ha morti,
e puose fine al vostro viver lieto,

ora onorata, essa e i suoi consorti:
o Buondelmonte quanto mal fuggisti
le nozze sue per li altrui conforti!

Molti sarebber lieti che son tristi,
se Dio t'avesse conceduto ad Ema
la prima volta ch'a città venisti.

Ma convenìesi a quella pietra scema
che guarda 'l ponte, che Fiorenza fesse
vittima nella sua pace postrema.»
(Dante, Divina Commedia, canto XVI del Paradiso, 136-147)

Il conflitto fazioso sarebbe stato innescato da una faida, il "Convito" del 1216 tra alcune famiglie dell'aristocrazia fiorentina, specialmente Buondelmonti, Amidei e Fifanti. Il racconto ci è stato tramandato da vari autori, tra i quali Dante, Giovanni Villani e Dino Compagni. Due consorterie, ovvero due gruppi di nobili legati da parentele e relazioni di clientela, fecero sfociare un litigio privato in un vero e proprio conflitto politico. Un matrimonio, previsto originariamente per ravvicinare due famiglie rivali, i Fifanti-Amidei ed i Buondelmonti, andò a monte: lo sposo, Buondelmonte de' Buondelmonti, rifiutò la donna a lui promessa, figlia di Lambertuccio Amidei, e preferì contrarre un'altra alleanza matrimoniale. Lo scontro familiare finì col coinvolgere tutta la società nobile fiorentina. Gli Amidei decisero di vendicare l'affronto subito e il giorno di Pasqua del 1216, insieme ad alcuni alleati, attesero il passaggio di Buondelmonte in una zona non lontana da Ponte Vecchio (probabilmente l'attuale Por Santa Maria) per assalirlo ed ucciderlo.

Con gli Amidei si coalizzarono, quindi, gli Uberti e i Lamberti, che avevano tutti le proprie case nel settore cittadino più a meno tra il Ponte Vecchio e piazza della Signoria; dall'altro i Buondelmonti, i Pazzi e i Donati, che gravitavano tra via del Corso e la Porta San Piero. La forte fedeltà degli Uberti all'imperatore fece sì che i due schieramenti cittadini si raccordarono a quelli sovracittadini delle contese tra papato e impero, anche se in realtà in origine "guelfo" ebbe un significato semplicemente di "anti-ghibellino", indipendentemente dall'appoggio al papato.

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