29 Febbraio 2016

Firenze: il restauro di San Pietro e San Giovanni Battista

di Angelo Monci
Un evento al quale il CralT ha contribuito con un finanziamento di circa 15.000,00 euro, attraverso i contributi volontari dei soci,  è stata la conferma di una collaborazione con la galleria degli Uffizi che giunge a conclusione di un percorso avviato da circa sei anni
Oltre al recupero di una significativa testimonianza della pittura del Trecento, il restauro dei due dipinti con San Pietro e San Giovanni Battista ha consentito di inserire nel percorso espositivo degli Uffizi un importante maestro della pittura senese, Bartolomeo Bulgarini.
Dopo due impegni dedicati alla pittura del ‘400 fiorentino con due opere di Filippino Lippi esposte nella sala 8 della Galleria degli Uffizi a conclusione di un percorso avviato da circa sei anni, sono state  finalmente restituite alla visione del pubblico la due tavole lignee, del 1300 a seguito di un restauro al quale il CRALT ha contribuito in modo integrale con un finanziamento di circa 15.000,00 euro. Nel tempo in cui orde di nuovi barbari saccheggiano e distruggono opere che hanno visto il sorgere e l’evolversi del genere umano, siamo orgogliosi di aver portato a compimento il restauro di questa Opera d’Arte, attraverso l’accantonamento di fondi per ogni partecipazione dei nostri Soci alle manifestazioni culturali da noi promosse” (Angelo Monci, delegato responsabile per la Toscana).

Un po’ di storia e stato dell’arte al momento di procedere al restauro
Le due tavole, scomparti laterali di un polittico smembrato, mostrano, a figura intera, i santi Pietro e Giovanni Battista. Giovanni annuncia l’avvento del Salvatore. Nella parte inferiore di ciascun pannello, entro cornici mistilinee, sono raffigurati i busti di due,le due figure facevano parte della predella del polittico, progettata dunque come elemento integrante della pala d’altare e non come struttura accessoria. E’ ignota la provenienza delle tavole, documentate nel 1855 alla Galleria dell’Accademia (Masselli 1855).
Sono giunte agli Uffizi nel 1991, dopo essere state ricoverate in vari depositi delle gallerie fiorentine. Il supporto ligneo presentava rotture ed era indebolito da ingenti attacchi di insetti mentre la superficie pittorica era interessata da lacune, sollevamenti ed era offuscata da uno spesso strato di sporco.
Entrambe le tavole presentano lungo un lato il segmento di una cornice, mentre lungo il lato opposto sono presenti i cavicchi che servivano per assemblare i pannelli del polittico. Da ciò si desume che i due dipinti erano posti alle estremità di una pala d’altare. Doveva trattarsi di una pala d’altare piuttosto fastosa, completata in alto da cuspidi, oggi perdute, e caratterizzata da grande ricchezza cromatica e decorativa.
A capo di una delle più importanti botteghe attive a Siena almeno dagli anni Trenta del XIV secolo  fino alla morte, avvenuta nel 1378, Bartolomeo Bulgarini è menzionato nel 1349 fra i migliori pittori attivi in Toscana. Secondo Giorgio Vasari, era allievo di Pietro Lorenzetti, dal quale apprese la capacità di conferire volumetria ai corpi e interesse per la spazialità.  (Roberto Buda)
Il Restauro
Il pessimo stato di conservazione dei due pannelli richiedeva da molto tempo un intervento di restauro per fermare il degrado dei supporti lignei e recuperare la leggibilità dei dipinti, quasi completamente anneriti da uno spesso strato di nerofumo, da antiche ripassature brune di olio incrostato e raggrumato.
Con il restauro effettuato è emersa la grande qualità dei dipinti e la preziosità dell’esecuzione e dei materiali utilizzati, anche se le vicende conservative hanno provocato guasti non reversibili.
Dopo il consolidamento del colore e la pulitura, Roberto Buda ha ricostruito gli elementi d’intaglio mancanti che sono stati dorati con oro zecchino applicato a guazzo, sono poi state stuccate e reintegrate le piccole lacune della superficie dipinta, mentre per quelle più grandi e non ricostruibili è stato scelto un tono neutro intonato. (Rita Alzeni)
 
Concludendo
Sarebbe assai limitativo considerare il CRALT come una semplice organizzatrice di gite, sagre e tornei sportivi. CRALT è anche e soprattutto parte integrante del tessuto sociale del Territorio sul quale opera e, come tale, sprona i propri Associati ad essere parte attiva nelle iniziative e nelle scelte di fondo, specie nelle attività di carattere solidaristico e, come in questa occasione, diretti interessati al recupero di un’opera d’arte, appartenente non solo a questo Territorio, ma a tutta l’Umanità.Vogliamo perciò  esprimere la nostra gratitudine a tutti coloro che con estrema professionalità hanno contribuito ed a tutti i Soci del CRALT che hanno offerto il loro prezioso contributo, augurandoci di essere in futuro ancora partecipi per nuovi interventi che ci venissero indicati”. (Angelo Monci)