29 Gennaio 2018

La Fiera di Sant'Orso ad Aosta

di Redazione Cralt Magazine
Il legno è certamente il "re" della Fiera di Sant’Orso, ma non mancano stupendi esempi di lavori in pietra ollare, ferro, rame, ceramica, vetro, tessuti e pizzi

Con il CRALT si viaggia sempre tanto fra le tradizioni della nstra penisola da Nord a Sud facedo scoprire o riscoprire ai soci pezzi del nostro Paese davvero impensabili eppure questi luoghi e  queste tradizioni sono il vero sale dell' Italia.

La Fiera di Sant’Orso ad Aosta ha radici molto antiche e può essere fatta risalire all’anno mille, quando Sant’Orso, proprio di fronte alla sua chiesa, era solito distribuire ai poveri, indumenti e “sabot”, le tipiche calzature di legno che ancora oggi è possibile trovare in fiera.

Se feit cllier lo dzor de sèn-t-Or, l'or baille lo tor et dor euncò pe quarenta dzor. In patois valdostano questp proverbio descrive la tradizione secondo cui se il giorno di Sant'Orso (1º febbraio) il tempo è bello, l'orso si gira nel suo pagliericcio e dorme ancora per 40 giorni, il che significa che farà brutto per i 40 giorni successivi. Una tradizione popolare ancora molto sentita con tutto il suo portato culturale.

Il legno è certamente il "re" della Fiera di Sant’Orso, ma non mancano stupendi esempi di lavori in pietra ollare, ferro, rame, ceramica, vetro, tessuti e pizzi, frutto delle capacità e della fantasia degli artigiani.Nel padiglione enogastronomico è possibile degustare prodotti tipici della Valle, noti e meno noti, quali formaggi, carni, salumi, prodotti dolciari, da forno, mieli, marmellate e naturalmente vini e liquori. 

Una mostra open-air, con oltre mille artigiani che espongono nelle vie del centro storico. Scendono dalle vallate laterali e iniziano a preparare il proprio banchetto già dalle prime luci dell’alba per restare fino a sera.