03 Gennaio 2017

Bologna che non conosci: Palazzo Della Mercanzia

di Redazione Cralt Magazine
Il Palazzo della Mercanzia di Bologna, conosciuto anche come Loggia dei Mercanti o Palazzo del Carrobbio,  si affaccia sull'omonima piazza.

Il Cralt Emilia Romagna propone  la consueta visita primaverile alla scoperta della  Bologna nascosta e dei suoi dintorni . La guida Anna Brini, ormai nota e amata dai nostri soci,  accompagnerà i partecipanti alla scoperta di tre tesori della bella terra emiliano romagnola.

Per quest’edizione primaverile sono previste due visite in città e una nei dintorni e più precisamente:
Il palazzo della Mercanzia, Il Monte del Matrimonio a Bologna per finire con Il Castello di Bentivoglio.

Bologna che non conosci
II palazzo della Mercanzia

Il Palazzo della Mercanzia di Bologna, conosciuto anche come Loggia dei Mercanti o Palazzo del Carrobbio,  si affaccia sull'omonima piazza. Costruito sotto la direzione di Antonio di Vincenzo e Lorenzo Bagnomarino per unificare tre case utilizzate per dogana e gabella è stato la sede dell'Universitasmercatorum (Foro dei Mercanti) e di alcune Corporazioni dalla fine del XIV secolo alla fine del XVIII, per poi diventare la sede della Camera di Commercio in seguito all'occupazione francese (1797). Solo a guardarlo dall'esterno, l'edificio è di grande fascino con un armonico eclettismo stilistico che fa incuriosire a conoscerlo più approfonditamente a partire dai suoi particolari. Sopra agli archi, tra le due bifore, sporge un piccolo balcone in marmo da cui i giudici del tribunale dei mercanti leggevano le sentenze.  Secondo la tradizione locale al suono della campana detta "Lucardina" da questo baldacchino si leggevano le grida e le sentenze del tribunale mercantile. I rei di fallimento doloso erano invece incatenati ad un paletto dinanzi al pilastro centrale della loggia e sottoposti a pubblico dileggio. All'interno ci sono sale di grandissimo valore artistico: le stanze e gli ambulacri dell’edificio, nonostante i cambiamenti subiti nel tempo, conservano inalterata la ricchezza d'opere d’arte